La cultura vuole che, alla base di una vita dignitosa e vivibile, ci sia il netto rifiuto dell'indifferenza. Soprattutto se questa, potrebbe un giorno, gettare terra su ciò che non sappiamo/conosciamo. Io ci credo a questa teoria (anche perché l'ho inventata io adesso), tanto che oggi ho deciso di parlarvi di una "tizia" del Settecento, della quale non sapevo nulla, nemmeno l'esistenza. (Via ignoranza, viiiia).
Da sempre attratta dai giochini spettacolari dei famosissimi Google Doodles, mi fermo questa mattina ad osservare il volto di una donna, sicuramente una dama, chissà una scrittrice oppure una scienziata, mi son detta. Be', non lo so finché non lo scopro, e così ho iniziato la mia ricerca su Google.
Ad ogni modo, in questo trattato, la Agnesi parla di una curva chiamata "versiera". Una linea che praticamente segue procedimenti geometrici e forma una sorta di campana (come possiamo vedere nel disegno animato di Google). Ma la cosa più curiosa è che, spulciando in rete, scopro che qualcuno parla di lei come della "ricercatrice di Cristo". E io ho pensato: "non mi dire che l'ha pure trovato!".
Più che altro mi interessava sapere in quale senso, si parlasse di lei come di una donna che "cerca Cristo". Leggendo un po' qua e un po' la, svelo l'arcano.A quanto pare, alla Agnesi, venne proposta una docenza all'Università di Bologna, con tanto di consenso del Papa, Benedetto XIV. E lei rifiutò.Per dedicarsi a Dio.
Perché oggi siamo costretti a fare beneficenza, e con questo intendo tutti i lavori per i quali non è previsto compenso. E penso a chi lavora "a gratis". E so che non si tratta di una scelta coraggiosa, ma di una misera realtà che non ammette potere decisionale. Con questo che voglio dire?
Che nel Settecento ancora potevamo scegliere. Oggi no.