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Il Governo Berlusconi ce l’ha fatta per il rotto della cuffia. Previsione confermata: si naviga a vista

Creato il 14 ottobre 2011 da Iljester

Il Governo Berlusconi ce l’ha fatta per il rotto della cuffia. Previsione confermata: si naviga a vistaNon voglio fare il menagramo, ma chiaramente qui non stiamo andando per niente bene. Il Governo Berlusconi ce l’ha fatta con i numeri a ottenere la fiducia in Parlamento (316 sì, contro 301 no), ma politicamente è così così. Naviga a vista, come ho scritto nel titolo. Le prossime settimane saranno decisive, e non è detto che non ci saranno altri agguati, altri tradimenti e sgambetti da parte di pezzi della stessa maggioranza. Quelli per intenderci che scalpitano per avere qualcosa di più, e che – nella peggiore tradizione democristiana – sono (stati) attratti dalle sirene dell’opposizione e dall’opportunità di un governo tecnico pappa pappa, magna magna.
Altro che responsabilità, altro che interesse degli italiani. Siamo punto e a capo. Si ripete quello che accade da decenni: i Governi italiani sono solo baracche di fronde secche esposte ai capricci del vento di opposizioni e opportunisti di vario genere e natura. E il bello è che tutti – chi più chi meno – giustificano il banderuolismo nell’interesse degli italiani, quasi che agli italiani faccia davvero piacere quando un Governo cade e si deve votare, o peggio (perché c’è sempre di peggio), quando un Governo perde la fiducia e viene sostituito da un Governo (alternativo) di personaggi politici che non hanno ottenuto alcun consenso a governare il paese. Soprattutto quando questo accade per la tendenza di molti eletti a tradire il mandato dei propri elettori, il quale benché non vincolante per l’eletto è comunque un punto d’onore rispettare.
Ma l’onore in Italia non ha un gran valore, e quando vale qualcosa ci scappano sempre i morti. Eppure, basterebbe poco… anzi pochissimo rispettare quel che si è promesso davanti ai propri concittadini quando si è chiesto loro il voto. Basterebbe poco tenere un comportamento coerente con i propri asseriti valori, ammesso se ne abbiano, perché ormai il dubbio che serpeggia nella mente mia e degli italiani, è che la politica nel suo complesso non abbia grandi valori, se non quelli tangibili ed esprimibili in moneta sonante.
Altro che democrazia. Lassù fanno quel che pare a loro: rivoltano maggioranze, tradiscono il mandato elettorale, rinnegano le loro opinioni quando questo è conveniente per il consenso politico, fanno passi indietro quando dovrebbero andare avanti, si riempiono la bocca di Costituzione e poi sfregiano l’istituzione della Presidenza del Consiglio, dichiarano lealtà e poi quando non gli va più bene fondano partitini e minano il prestigio delle cariche istituzionali superpartes.
Davvero… La storia politica italiana degli ultimi sessantasette anni è costellata di ribaltoni, governicchi, sfiducie, rivolte, referendum disattesi dal Parlamento, elezioni bruciate dai capricci di qualche parlamentare che salta il fosso, da interessi trasversali, da industrialotti e banchieri che pensano solo a salvare i loro capitali, da sindacati che pensano più a sopravvivere che all’interesse dei lavoratori. Quante politiche si sarebbero potute fare, utili per tutti gli italiani, se ci fossero stati Governi solidi, autorevoli e durevoli, senza che questi venissero additati come fascisti? Quante riforme sarebbero entrate a regime già da parecchio (anziché prendere polvere negli archivi del Parlamento), se solo la nostra Costituzione impedisse le porcherie trasformiste che si verificano oggi? Parecchie.
E invece eccoci qui a dibattere del nulla. A parole, la classe politica italiana ha rivoltato il mondo. Nei fatti è ferma alla resistenza, alla seconda guerra mondiale, alle contrapposizioni ideologiche. Un po’ – è vero – perché ci è costretta dalla pervicace sopravvivenza nel nostro paese dell’ideologia comunista in tutte le sue forme: da quella ideologica e politica, a quella culturale. E un po’ perché fa comodo avere a disposizione una scusa per non fare nulla e arricchirsi irresponsabilmente con i soldi dei contribuenti.
Eppure se i nostri politicanti pensassero a quanta gente sta male, quante persone sono nel disagio economico. Se pensassero quante persone soffrono per i soprusi giudiziari, per la lentezza della giustizia, per l’odiosa burocrazia che opprime la vita pubblica. Se pensassero che i loro emolumenti sono un offesa alla gente che lavora, ai pensionati, ai piccoli imprenditori che lavorano anche quattordici ore al giorno. Se pensassero a tutte queste cose, probabilmente, ritroverebbero l’onore perso tanto tempo fa e inizierebbe a essere davvero onorevoli nell’accezione autentica del termine: persone che si mettono al servizio della comunità, e non già – come accade oggi – al servizio del loro portafogli e del portafogli dei loro amici!
E il bello è che l’aspetto arrogante e presuntuoso della farsa che si consuma ogni giorno nel teatro della politica italiana, è che ci sono politici che ritengono che il buffone sia il Presidente del Consiglio. Da ridere: è un po’ come sentire il bue che dice cornuto all’asino!


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