A tutti gli effetti navighiamo in acque incerte e poco conosciute, con l’aggravante del fatto che i capitani dei velieri che compongono la flotta non hanno sin qui manifestato nè grandi doti di leadership nè la ferma determinazione in una rotta comune, peccati fatali per chi fa un mestiere che al primo posto richiede il fornire certezze ai propri marinai.
Infatti, conseguenza di tutto ciò è che i marinai sono confusi, disorientati e cominciano a cedere al panico …
Provo a tradurre cercando di limitare al minimo le considerazioni sulla politica se non quando necessarie a comprendere l’attualità.
Da tempo senti dire da tutti i telegiornali che il debito pubblico italiano è stato “preso di mira dalla speculazione finanziaria” e che questo sta causando il continuo e pericoloso allargarsi dello “spread“ (ossia del differenziale di rendimento) tra le obbligazioni nazionali italiane, BTP in primis, e i BUND tedeschi considerati il termine di paragone più attendibile in quanto considerati sin qua assolutamente sicuri.
Da più parti senti addirittura dire che “stiamo rischiando di fare la fine della Grecia” e che “l’Italia rischia di fallire” e mi rendo conto che per un non addetto ai lavori anche questo va spiegato.
Partiamo dai fatti.
Lo stato italiano ha accumulato nei decenni un debito pubblico mostruoso pari a oltre 1.900 miliardi di euro, terzo o quarto al mondo per dimensione assoluta ma soprattutto oltre il 120% rispetto al PIL e, fino ad oggi, questo debito è continuato a crescere anno dopo anno essenzialmente per colpa di una classe politica inetta, incapace e corrotta che ha sempre utilizzato la spesa pubblica per foraggiare in maniera vergognosa se stessa, le proprie clientele e ogni tipo di sperpero e spreco. Da questo punto di vista, fuor di propaganda e senza alcuna partigianeria, sinistra, destra e centro si sono comportate essenzialmente sempre allo stesso modo.
Il problema è adesso che, posto che la crescita dell’economia nazionale è sostanzialmente bloccata da più di dieci anni a questa parte, il mondo ha preso a guardarci con sfiducia e sta cercando di sbolognare sul mercato i Titoli di Stato italiani rendendo così più difficile e costoso il rifinanziamento attraverso l’emissione di nuovi titoli.
Le domande quindi sono:
- Ma l’Italia può fallire?
- E cosa succede se un Paese va in default?
- C’è un rischio concreto che questo stia accadendo o possa succedere?
Le risposte semplici da dare sono quelle alle prime due domande.
Si, chiunque può fallire, non solo un cittadino o un’azienda ma anche un Ente Pubblico o persino uno Stato, lo abbiamo visto succedere negli ultimi anni all’Islanda e soprattutto all’Argentina solo per citare i casi peggiori e più noti. Come per una persona fisica, uno Stato va in default quando le spese superano le entrate, non si riesce a rifinanziare il debito attraverso altro debito e non si riescono più a pagare i creditori. Ecco perchè il problema della sfiducia e il conseguente aumento dello spread.
Per fare un paragone spiacevole ma efficace è quello che succede quando una persona schiacciata dai debiti non riesce più a pagare i propri creditori anche perchè gli stessi interessi sul debito gli rendono prima difficile poi impossibile il compito, il poveraccio non riuscendo quindi ad ottenere nuovi finanziamenti regolari dalle banche si rivolge agli strozzini che sono ben lieti di rifinanziarlo ma ovviamente chiedendo in cambio interessi spaventosi che quindi lo mettono ancora più in difficoltà e così via sempre più peggiorando la situazione.
Ovviamente quando una persona o un’impresa falliscono quello che succede è che la cosa non solo è antipatica per i falliti ma anche per tutti i loro creditoriche vedono persi o quantomeno in grave perdita i propri investimenti con i soggetti in default.
Se però a fallire è uno Stato, e soprattutto un’economia rilevante e importante come quella italiana, i problemi diventano esponenziali e assai diffusi anche oltre i confini nazionali. Ciò infatti significherebbe non avere disponibilità di denaro per pagare i dipendenti pubblici (politici, amministratori pubblici, poliziotti, dipendenti di miriadi di enti e servizi alcuni dei quali inutili ma molti invece essenziali) ma anche gettare in una crisi finanziaria profonda tutte le aziende private fornitrici dello Stato di beni e servizi e tutti i detentori dei famosi Titoli di Stato che diventerebbero improvvisamente carta straccia o quasi come successe all’epoca per i possessori dei tango bond argentini.
Notare che i Titoli in questione non sono detenuti solo da privati cittadini come me e te ma in larga quantità da banche (che di conseguenza aggraverebbero brutalmente i propri bilanci e inizierebbero a non prestare più denaro a nessuno con logiche e tragiche ricadute su persone e imprese che hanno bisogno di quel denaro anche perchè loro stessi hanno uno stato economico gravato dai debiti…) e da altre Nazioni per le quali partirebbe o si aggraverebbe la stessa tragica spirale negativa.
Spiegato in grossa sintesi, ecco il tanto temuto “effetto contagio” che si cerca a tutti i costi di evitare.
Cosa io personalmente p
Ebbene, da allora sono passati circa tre mesi e purtroppo devo dire che mi sbagliavo nel ritenere che ci fosse un limite al peggio perchè tale limite è infatti stato abbondantemente superato.
Berlusconi e il suo Governohanno dato da allora spettacolo del peggio di sè stessi (e ce ne voleva visti i trascorsi) manifestando divisioni, incertezze e tentennamenti continui, litigiosità al vertice tra lo stesso Berlusconi e il Ministro dell’Economia Tremontiche, stando a quanto ci dicono i giornali, non si sopportano più da tempo e sono divisi su tutto. Ripresi più volte per le orecchie in maniera ormai francamente fastidiosa ed umiliante dalle Istituzioni Europee, dai leader stranieri e dalla BCE, hanno continuato a millantare vaghe promesse e fumose lettere di intenti puntualmente smentite nei giorni successivi da un dibattito parlamentare dove è palese per chiunque che ognuno punta al proprio personale interesse di bottega con una visione di brevissimo respiro e del bene dell’Italia e dei propri cittadini non frega niente a nessuno.
La conseguenza di tutto ciò è che la società civile italiana e l’opinione pubblica non ne possono più ma il problema è che chi all’estero detiene il nostro debitose ne sta disfando o fa la voce grossa di fatto commissariandoci a furia di lettere e ispettori internazionali che vengono in casa nostra a giudicarci dubitando palesemente alle promesse dei nostri governanti. La cosa, lo ripeto, è fastidiosa e umiliante ma, vedendola dal loro punto di vista, è anche difficile dargli torto quando esprimono scetticismo e diffidenza sulle proposte dei nostri politici.
Certo, si potrebbe parlare anche dei problemi e delle ambiguità degli stessi francesi e dei tedeschi a cui piace da sempre fare i maestrini in casa nostra ma che hanno ben più di una difficoltà nei propri bilanci così come del perchè non si bloccano o vietano gli strumenti finanziari derivati che permettono ai grandi speculatori internazionali di accumulare enormi profitti sulle disgrazie e sulle debolezze altrui, entrambi i discorsi sarebbero interessanti e legittimi ma ci porterebbero fuori dal seminato di questo articolo e poi, fin da quando avevo sei anni, mia madre mi ha insegnato che quando mi rimproverava per non aver fatto i compiti non potevo opporle l’obiezione: “Nemmeno Stefano li ha fatti!”
La cosa sarebbe stata vera ma non avrebbe diminuito di un’unghia la mia responsabilità.
Parlando proprio di responsabilità e conseguenze, ieri Berlusconi si è dimesso o, meglio, ha annunciato le sue “future dimissioni” seminando così ulteriore incertezza sui mercati che infatti hanno reagito malissimo portando le Borse in profondo rosso e il famigerato spread a nuovi record.
Tornando a guardare la cosa con gli occhi degli stranieri (noi italiani siamo tanto assuefatti al peggio che facciamo fatica a capire lo sconcerto altrui) serve forse ricordare che se il buon Silvio era ormai ampiamente screditato agli occhi del mondo non è che le attuali opposizioni suscitino chissà quali entusiasmi essendo composte in parte da antichi e longevi alleati dello stesso Berlusca ed in parte da quella sinistra che quando andò l’ultima volta al governo guidata da Prodi diede spettacolo quotidiano di divisioni e distinguo continui tra le sue varie anime per poi implodere in meno di due anni, sinistra che oltretutto quanto a clientelismi e spesa pubblica non è seconda a nessuno.
E quindi? Beh, quindi si naviga in acque oscure e poco conosciute perchè la situazione sembra sempre più insostenibile e qualcosa giocoforza dovrà succedere, in questo senso intendo non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa e nel mondo perchè va poi detto che i problemi sono globali e se Roma ha di che piangere non è poi che Berlino, Parigi, Londra o Washington se la passino poi così meglio.
C’è però un rischio concreto che l’Italia possa fallire?
Il rischio concreto esiste, la mia personale opinione è però che non accadrà perchè, aldilà del livello tragico della nostra politica, la nazione Italia ha realmentetante risorse non solo finanziarie ma anche umane oltre che un patrimonio storico, artistico e naturale unico al mondo.
Lo stesso Stato Italiano è vero che è sommerso dai debiti ma va altresì detto che tra patrimonio immobiliare, artistico, partecipazioni statali e pubbliche di risorse da mettere in campo volendo ce ne sono e la speranza è che anche questa gerontocrazia politica inetta prima o poi se ne vada e venga sostituita magari anche solo da qualcuno che applichi un minimo di buon senso e di interesse generale alla cosa pubblica.
E’ già successo in passato, in Italia e nel mondo, e tornerà a succedere anche stavolta.
Insomma, il momento è parecchio difficile e complesso ma in un’ottica di medio termine sono fiducioso che ne usciremo fuori e torneremo a respirare aria migliore e a vivere all’interno di un’economia più serena e, mio desiderio personale, magari anche un pizzico più giusta e equa.
Di solito non parlo mai sul blog delle mie operazioni personali ma questa volta faccio un’eccezione e mi fa piacere dirti che in questi giorni sto comprando BTP e altri Titoli di Stato italiani, cosa anche questa per me insolita visto che non investo pressochè mai in obbligazioni.
Voglio però essere chiaro.
Nonostante mi senta fortemente italiano e sia infastidito dalla situazione del nostro paese non lo faccio però per “spirito patriottico” ma cercando il mio personale interesse come investitore.
Gli americani hanno un detto che fa così: “Put your money where your mouth is or shut up!” che tradotto significa: “Metti i tuoi soldi su ciò che stai dicendo oppure chiudi la bocca!” e così sto facendo.
Non credo che l’Italia fallirà e parcheggiare un pò della mia disponibilità in obbligazioni nazionali a 2 e 3 anni a tassi garantiti annui tra il 6 e il 7% lo ritengo un ottimo investimento “tranquillo” e che non mi richiederà ulteriore attenzione in futuro. In questo senso, se la pensi come me, la situazione di questi giorni ci presenta una grande occasione, non me la lascio sfuggire e mi piace segnalartela.
Essendo il post di super attualità, ti invito fortemente a LASCIARE UN COMMENTO in calce allo stesso esprimendo la tua opinione in merito alle considerazioni che ho espresso così come la tua idea sulla situazione italiana e internazionale che stiamo vivendo.
Il dibattito è aperto e … forza TRICOLORE !!!
Roberto Pesce