Il gran ballo dei no

Creato il 13 settembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

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Mi scoppia il cuore. Pesca dal fondo i detriti. Le bruciate, le accelerate, i mancamenti, le sbandate. Questa strada é una cantilena, é una giostra drittissima e incerta che ci porta a spasso con cartine nuove di zecca a cui preferiamo il senso d´orientamento innato che non abbiamo in noi. Guardiamoci con onestà, chi ha ancora ha le mani sul volante, chi crede a quello che c´é dopo l´angolo? É una fittissima notte calda qui a Talsano, sono venuto a cercarti ma non ho avuto il coraggio di suonare il campanello. Mi son immaginato le ombre di tua madre per la casa. Mi fanno compagnia le goccioline di umiditá sui lampioni, i gelati finiti sul lungomare, le coppie che spariscono dentro al buio e il cuore scolapasta. Mi scoppia il cuore ed é in ritardo, e tu forse sei altrove in una versione restaurata, piú felice di te.

Forse é necessario sentirsi inutili qualche volta nella vita, siamo su un´altalena che vola giù e su, cose che sembrano cielo si avvicinano e si allontanano. Punti di vista col disco orario. Ma non ora, non ora nel tuo vuoto, direi. Non farebbe piacere nemmeno a te. Come sprecare una centrifuga. Perdura questa sensazione di aver perso il passaggio giusto per arrivare in città, questa sensazione che ti abbiano cambiato l´orario del volo all´ultimo senza avvisarti, che tu sia su una frequenza che non trasmette. Allora sparecchio la mente e navigo in buchi cosmici di spazio da carenza affettiva. Mi dico che tanto siamo stati piromani in egual misura del nostro incendio e che dividiamo le ceneri. Vorrei spiarti mentre dormi per ricordare l´innocenza, mettere una moneta per farti fare un giro, firmarti dichiarazioni di resa a ripetizione tirandole fuori come i numerini delle file alla farmacia. Sono invece con le mani in tasca davanti al tuo giardino sperando che questi cani non sveglino davvero tutti, a guardare l´ultimo pezzo tangibile di una speranza labile. Ci riduciamo così alle volte, come dei tappeti, e ci passerebbero tutti sopra se capitassero in zona. Piuttosto ci passano sopra le emozioni. Pompate di cuore svelto, fiotti di adrenalina, mani sudate, occhi lucidi, sguardi senza pace, una camminata tutt´altro che fiera. Abbiamo una faccia come quella di quando alla banca scopriamo che non ci faranno più credito, non capisci come sia potuto succedere ma sai che non si può trattare. Cos´ é la notte se non una stanza tutta blu scura in cui le persone si ritrovano per appigliarsi alla uniche vere pause riconosciute, per tornare a fare quello che sono, nel tempo rimasto. Con le sue misteriose regole che non valgono dopo l´alba.

Questa notte é una cupola, ci sorveglia, mi concede di vedere l´albero di albicocche che tu stessa hai potato, sentire l´odore del mare, che é  diverso per ogni mare. Non ho fatto un viaggio per catalogare tutte le cose che guardi, ma solo quelle che ignori: me e te. Perché tu mi hai detto una volta “se fossi venuto”. Allora io che non avrei mai voluto più sentirlo da te, ho lasciato quello che sapevo per venire verso te che non apriresti quelle braccia. Che risponderesti a malapena seccata. É tutto logico. Vogliamo le persone quando non ci sono, vorremmo vedere che cosa sarebbero disposte a fare per noi. E poi non vogliamo le persone che ci sono perché quello che hanno fatto per noi arriva in ritardo, é inutile, non ha più valore, é stato archiviato, sostituito. Sorpresa. Mi giro e una sferzata fresca mi porta l´odore buono della terra. Guardo la finestra, la luce é spenta, come vorrei esploderti dentro e demolire gli intercapedini dei tuoi avamposti. Giusto per ricordarti che un uomo innamorato può tutto.

Ci vorrebbe una conferenza per spiegarti che hai frainteso, con le slide e il puntatore laser. Che non sono quello che pensi. Che i tuoi no sono specchi di cose che non esistono davvero. Ci vorrebbe una corsa sulle stesse mani per dirti che non ho bisogno di te e tu non di me ma siamo auspicabili. É solo un viaggio andato a rotoli, é solo un pensiero che é sceso di qualche gradino, un gate da oltrepassare con una dose eccessiva di malinconia e rimpianto. Andiamo in giro spaccati, bella mia, per fortuna siamo fatti a spicchi. Sarai tutto quello che non mi capita, tutto quello che non mi scotta e non mi confonde. Peschiamo dal cuore. Piccole certezze. Piccoli no. Sono balli moderati che cullano. Manda avanti i respiri io ti raggiungo. Ovunque e mai.



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