Il gran delirio delle "Dolomiti da bere"

Creato il 25 gennaio 2016 da Cipputi

Il panorama da sogno, le suite che regala emozioni, i saperi & sapori rigorosamente bio, il wellness che ti coccola, sciare in libertà su 300 km di piste, assaporare un tiramisù a tremila metri, il museo di 300 mq. per non dimenticare l'inutile strage.

Dentro questo accerchiamento mediatico i maneggioni di paese sono ben contenti di reggere il moccolo ai trafficanti d'alto bordo, abituati a frequentare i salotti-bene, invitati dagli opinion-maker televisivi e della carta stampata.

Fra loro comunicano benissimo, e col tempo hanno imparato (loro sì) a "fare sistema".

E' una specie virale nata negli anni del craxismo, gente che nel ventennio di Berlusconi ha infettato l'intero paese. Dappertutto il loro arrivo ha portato degrado e
corruzione, perfino nel linguaggio. Tra gli esposti al contagio ci sono i ristoranti inseriti nelle guide per gourmet, di solito compilate da membri della ciurma stessa.

La ciurma sa bene che qui non ci si viene per mangiare, ma per mostrarsi, esibirsi e farsi percepire come persone introdotte, che fanno parte del giro. Pagare cifre esagerate per cazzate galattiche è la prova giusta di trovarsi nel posto giusto.

Chissà quante risate in cucina, e chissà quante risate il creativo della pagina web che alla voce "filosofia" sproloquia: "Qui si pratica la filosofia della memoria dove lo stupore non nasce dall'invenzione ma dallo sviluppo del racconto [...] cime maestose e specchi d'acqua incontaminati, da proteggere, preservare dalle speculazioni [...] specchio nella quale si riflette l'immagine di una cucina moderna fortemente ancorata ai sapori della memoria".

Nota: tutti i deliri assolutamente autentici, fotografati (dicembre 2015) e copiati dal menù esposto da un inqualificabile locale che sta appena sopra Moena (un postaccio che compare nella guida dell'Espresso...).