Quest'anno mi sono giocata la carta con Il Grande Gatsby di Lurhman. E l'ho fatto solo per voi. Quindi amatemi almeno un po'.Allora. La prima metà del film è gradevole ma non entusiasma. Le trovate di Lurhman sono oramai vecchie come il cucco: le scene corali con costumi di paillettes e balli di gruppo le abbiamo viste (molto più belle) in Moulin Rouge, gli adattamenti musicali a contrasto ce li ha già lodevolmente regalati Rome+Juliet (i Radiohead non sono Lana del Rey) e tutto il resto e noia.
La seconda parte del film è imbarazzante. Il mio amico Baz si conferma geniale negli affreschi festosi e gaudenti e abbastanza incapace di gestire una scena con meno di 10 personaggi. Purtroppo in Il Grande Gatsby i personaggi sono pochi, la trama è appena accennata e l'imbarazzo aleggia su buona parte delle situazioni raccontate. Devo dire che lo stesso imbarazzo si avverte nel romanzo.
Ad ogni modo il buon Baz ha il merito di essere rimasto fedele al capolavoro di Scott Fitzgerard, alla sua storia, ai suoi personaggi, alle sue atmosfere. Quindi, assodato che la regia è deludente, passiamo a vivisezionare il romanzo che, secondo Le Monde, si colloca al 46° posto fra i 100 migliori libri del XX secolo.
La trama.Un Povero Cristo è nato e cresciuto in miseria, ma ritiene ugualmente di essere "figlio di un dio". A 16 anni il Povero Cristo decide di andare in giro per il mondo alla ricerca di fortuna, e trascorre 5 anni su una barca con un vecchio e agiato ubriacone che gli insegna a comportarsi come un Lord (e probabilmente lo sodomizza, NDR). Il Lord muore e il Povero Cristo, che nel frattempo ha deciso di chiamarsi Jay Gatsby, rimasto senza un soldo, si arruola. Durante l'addestramento militare incontra una giovane e Bella Ereditiera, si innamorano, si giurano fedeltà eterna. Poi lui parte per la guerra e la Bella Ereditiera ne approfitta per sposarsi con un suo pari, sfanculando allegramente tutte le promesse fatte.Il Povero Cristo anziché sputare in faccia alla Bella Ereditiera, come ella meriterebbe, decide di smuovere mari e monti per ritornare in America, diventare schifosamente ricco e riprendersi la stronza dei suoi sogni. La Bella Ereditiera, ovviamente, ci sta anche perché il suo Coniuge la tradisce con le peggiori vrenzole di Manhattan. A un certo punto però il Coniuge capisce che la Bella Ereditiera potrebbe pure lasciarlo come il pesce a brodo che è e decide di screditare l'avversario, dimostrando che egli non è altro che un "cafone sagliuto". Il Povero Cristo si incazza. La Bella Ereditiera da di matto e nella confusione generale investe l'amante-vrenzola del Coniuge.Ovviamente il Povero Cristo si assume tutte le colpe del fattaccio e ne paga con la vita, mentre la Bella Ereditiera se ne va in vacanza con il Coniuge.
I personaggi.
Tom Buchanan: è il classico rampollo arrogante e ben messo, che non ha bisogno di essere intelligente o brillante per avere successo, dato che il "successo" ce l'ha per diritto di nascita. Nel suo essere mezzo scemo è il più normale fra tutti personaggi del romanzo. Si guadagna la mia stima quando fa notare che un uomo vestito di rosa non è un fatto socialmente accettabile.
Tutti gli altri personaggi: non si capisce bene a cosa servano. Probabilmente solo a creare un profondo imbarazzo durante la terribile scena del Plaza.
Il sugo della storia.
Il mondo fa schifo oggi. Ma faceva altrettanto schifo quando c'era il proibizionismo, si portavano le frange e si ballava il charlestone.