«... grande affresco storico sul Grande Gioco, come lo chiamò Kipling, che impegnò inglesi e russi, per buona parte dell’Ottocento, in Afghanistan, in Iran e nelle steppe dell’Asia centrale. Mentre il grande impero moscovita scivolava verso i mari caldi inghiottendo ogni giorno, mediamente, 150 chilometri quadrati, la Gran Bretagna cercava di estendere verso nord i suoi possedimenti indiani. Vecchia storia? Acqua passata? Chi darà un’occhiata alla carta geografica constaterà che i grandi attori hanno cambiato volto e nome, ma i territori contesi o discussi sono sempre gli stessi. In queste affascinanti “mille e una notte” della diplomazia imperialista il lettore troverà l’antefatto di molti avvenimenti degli scorsi anni in Afghanistan e in Iran». SERGIO ROMANO
Recensione
Il grande gioco, come lo nominò Kipling, è quello che, dai primi dell’ottocento fino alle soglie della prima guerra mondiale, vide impegnati due imperi, quello britannico e quello zarista, nella conquista dell’Asia mediorentale. Effettivamente, per circa un secolo, sembrò che il territorio che va dal mar Caspio alla Cina, su cui transitava la via della seta (quindi attraverso l’attuale Iran, l’Afghanistan, l’Uzbekistan e i territori limitrofi), dovesse essere appannaggio solo di questi due paesi: la Gran Bretagna, che poteva intervenire da sud, dove aveva come base di appoggio i possedimenti indiani di cui era molto gelosa, e la Russia, che da nord dominava su una parte del Caucaso e lo sterminato territorio siberiano. I due imperi non si misurarono quasi mai direttamente in guerra, preferendo mettere l'uno contro l'altro i paesi asiatici su cui riuscirono ad avere influenza e alimentando ulteriormente lo stato di tensione esistente fra le varie tribù locali.È interessante conoscere la recente storia di paesi le cui vicende creano tante apprensioni ai nostri giorni. Fra l’altro il saggio si legge come un romanzo d’avventure e le oltre seicento pagine che lo compongono scorrono veloci. Per poter comprendere pienamente, tuttavia, la dinamica degli avvenimenti, sarebbe opportuno tenere sott’occhio una cartina della zona. Già nel libro ne sono riportate alcune, tuttavia sono in bianco e nero e di dimensioni troppo contenute per avere una visione chiara d’insieme; averne una più grande e con indicati i passi fra i rilievi montuosi faciliterebbe la comprensione degli avvenimenti trattati.
L’autore inglese, nonostante cerchi di essere obiettivo, parteggia naturalmente per il proprio paese e quindi, nella disanima della storia, i russi appaiono sempre più crudeli e bugiardi rispetto agli inglesi. Ma c’è anche una critica abbastanza esplicita alla Gran Bretagna per la ricerca esclusiva dell’interesse economico, anche a scapito delle vite umane, specie se non inglesi, nelle sue conquiste territoriali.
I motivi addotti dalle due nazioni per giustificare un intervento armato nei paesi asiatici, per quanto spesso pretestuosi, venivano caldeggiati dall'opinione pubblica che, come si sa, viene però spesso manipolata dalla politica. Era facile per i due paesi asserire che bisognava vendicare soprusi contro i mercanti che percorrevano le strade carovaniere ed erano spesso depredati, quando non fatti schiavi, dai banditi.
Peraltro le conquiste dei suddetti territori, se già a quei tempi erano motivo di stragi nella popolazione civile da parte delle due potenze occidentali .-anche se non era stato ancora forgiato il termine di danni collaterali-, erano anche precedute da eccezionali prove di valore da parte di singoli individui. Essi erano spesso ufficiali che avevano dimestichezza con le lingue e altre volte indigeni, che più facilmente riuscivano a confondersi con le popolazioni dei luoghi da attraversare. Sotto travestimento, sfidando banditi e sovrani sanguinari, percorrevano quelle regioni per fare delle mappature del territorio e verificare la possibilità di transito degli eserciti con l’artiglieria al seguito. L’attività di spionaggio era pertanto molto praticata, come attesta anche Kipling in Kim, che narra come cinque agenti zaristi, fingendosi cacciatori, cercavano di sobillare la popolazione contro gli inglesi nei cinque regni a nord dell’India.
Giudizio:
+5 stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Il Grande Gioco - I servizi segreti in Asia centrale
- Titolo originale: The Great Game - On Secret Service in Hight Asia
- Autore: Peter Hopkirk
- Traduttore: Giorgio Petrini
- Editore: Adelphi
- Data di Pubblicazione: 2004
- Collana: Gli Adelphi
- ISBN-13: 9788845924750
- Pagine: 624
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 16,00