Il grande giorno, Recensione – Una nostalgia asfissiante

Creato il 26 dicembre 2022 da Hynerd

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Il grande giorno, nuovo film con Aldo, Giovanni e Giacomo, non soddisfa a pieno le aspettative e ci lascia con un po' d'amaro in bocca.

Il grande giorno, Recensione - Una nostalgia asfissiante

Il trio di comici tra i più famosi d'Italia è tornato al cinema con Il grande giorno, un film atteso e che sicuramente farà ottimi numeri al box office, ma Il grande giorno è anche un "grande" prodotto?

Da tantissimi anni ormai Aldo, Giovanni e Giacomo sono uno dei simboli della commedia italiana, al cinema e non solo, ma anche punto di comunione tra diverse generazioni che sono state attraversate dal loro inconfondibile spirito. Odio l'estate, ultimo film prima de Il grande giorno, presentava dei difetti, sì, ma mostrava anche una crescita del trio, una maturazione che non è passata inosservata e che ha lasciato ben sperare per il divenire.

Purtroppo, però, Il grande giorno ci ha lasciato un po' di amaro in bocca... e no, non è dovuto alla morale del film, ma dal film nel suo complesso.

Si sta ribaltando la situazione

Il grande giorno vede Aldo, Giovanni e Giacomo in una posizione inedita della storia: questa volta Giovanni e Giacomo sono i genitori di due giovani ragazzi, Elio e Caterina, pronti al matrimonio. Un giorno tanto atteso dai due tanto quanto per le loro famiglie, che per l'evenienza hanno preparato un festeggiamento con i fiocchi lungo tre giorni.

Giovanni e Giacomo si conoscono dall'infanzia e hanno condiviso tutto, scuola e azienda, ma la loro amicizia pare tanto indissolubile quanto fragile e diversi eventi rischiano di minare il loro rapporto e quello delle loro famiglie. Aldo, invece, è il nuovo compagno dell'ex moglie di Giovanni ed è estremamente pimpante, troppo per il già complicato equilibrio su cui si basa il giorno di un matrimonio.

Il grande giorno non è grande

Il grande giorno parte con delle buone premesse e il contesto in cui vengono immersi i personaggio possono essere sicuramente adatti ai loro personaggi, ma il prodotto finale manca di profondità, tridimensionalità, approfondimenti. Questo concetto viene rafforzato dal fatto che il film, soprattutto nella seconda parte, prende una piega decisamente più seriosa alla quale non vengono proporzionati i dettagli e le backstories.

Il cambio di tono tra prima e seconda parte, infatti, è nettissimo e viene percepito dallo spettatore come uno scoglio non indifferente a cui manca equilibrio. Tra le due, la prima parte è senza grossi dubbi la migliore perché soffre di meno forzature narrative e non subisce la chiave morale e nostalgica che esce poi nel successivo atto.

Giovanni e Giacomo, nonostante il poco approfondimento dei singoli e del loro collettivo, funzionano e la loro comicità strappa più di qualche risata. Aldo, invece, è ridotto a pura macchietta comica e troviamo difficoltà anche a dire che Il grande giorno è un film del trio, quanto piuttosto un duo più uno.

Questo matrimonio non s'ha da fare

Il matrimonio tra Elio e Caterina probabilmente non è come sperato, ma quello tra Massimo Venier alla regia e Aldo, Giovanni e Giacomo è frutto di una storia d'amore lunghissima, che ha attraversato periodi felici di grandi classici e periodi meno felici come con questo Il grande giorno. Alti e bassi che possono capitare lungo il tragitto di una carriera e che speriamo servino a dare ancora di più al prossimo giro.

I tre comici appaiono scarichi rispetto ad altri prodotti e si ha la sensazione che potessero fare di più. Al contrario, da sottolineare la prova di Giovanni Anzaldo nei panni di Elio e di Roberto Citran in quelli del Don. Bene il reparto scenografico che con piccole chicche riesce a regalare un sorriso in più allo spettatore.

Il grande giorno, Recensione - Una nostalgia asfissiante

Conclusione

Il grande giorno di Massimo Venier con protagonisti Aldo, Giovanni e Giacomo è un film da cui ci si aspettava di più e che non riesce a soddisfare a pieno. Il trio comico appare scarico e i loro personaggi non sono abbastanza approfonditi, finendo per ridurre Aldo ad una macchietta. Il cambio di tono tra prima e seconda parte è uno scoglio troppo evidente e porta il film verso una nostalgia forzata e confezionata. In ogni caso, l'aspetto comico funziona e questo basta per poter dare una sufficienza ad un film che un po' ci ha delusi.