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Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 22: Sansa

Creato il 19 giugno 2013 da Martinaframmartino

Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 22: SansaQuanto tempo abbiamo passato a odiare Sansa Stark? Io certo non ho mai sopportato la piccola lady bravissima nel ricamo – me la cavo con il punto e croce, e solo con quello, se ho uno schema facile da seguire e un tessuto dalla trama non troppo stretta – e talmente innamorata del suo bel principe azzurro da non vedere che razza di mostro sia. Se anche non sapessimo altro sappiamo che Joffrey ha mentito riguardo a quanto avvenuto sul Tridente, e le sue menzogne hanno portato alle morti di Mycah e Lady. E poi è figlio di sua madre, quella scoperta casualmente da Bran nel mezzo di un rapporto incestuoso con il fratello. George R.R. Martin lo ha ovviamente fatto apposta, ha presentato un personaggio ingenuo fino a rasentare la stupidità e terribilmente noioso, e lo ha contrapposto a quel maschiaccio di sua sorella Arya. Due modi diversi di essere, due strade diverse da percorrere. Arya è scappata grazie all’aiuto determinante di Syrio Forel, Sansa è stata fatta prigioniera.

Quello che ora la fanciulla sta vivendo è un colpo di stato, anche se, come ben sappiamo, nessuno definisce così i colpi di stato che hanno successo. Semplicemente è morto un re e se ne sta facendo un altro, il figlio. Che c’è di strano? E perché noi ci sentiamo così male nel vedere quel che vede la fanciulla?

Sono tutti affaccendati, quelli che sono vivi almeno. Gli altri sono scomparsi. Nella serie televisiva Septa Mordane muore eroicamente per salvare Sansa, qui quella drammaticità non c’è e Sansa non è mai davvero in pericolo di vita, ma le figure che la circondano, il loro atteggiamento, sono quanto mai inquietanti. Janos Slynt, i gemelli Redwyne, lord Gyles (e quando verrà citato molto più avanti ricordiamoci che compare a corte già qui. Non che sia fondamentale, altrimenti lo segnalerei in zona spoiler, ma Martin piazza le sue pedine a volte molto prima di utilizzarle davvero, e questo rende la sua costruzione molto più solda), ser Dontos, Pycelle, Varys…

Prima uscita di Joffery come re. Bello da vedere, e con una lista di sospetti traditori da far impressione. Nuove nomine e ricompense per i servigi prestati. Slynt, da quella persona fine che è, si sceglie uno stemma appropriato. Ser Barristan invece perde il posto, ma prima che questo avvenga pronuncia un sentito discorso sul suo passato. Se il suo servizio è fino alla morte, qual è la morte che lo fa cessare? Certo, Cersei porta acqua al suo mulino dicendo che è la morte del re, ma un cavaliere dev’essere in grado di combattere. Se un cavaliere raggiunge i novant’anni, è ancora in grado di proteggere il suo sovrano? Barristan è ben lontano da quell’età, ma il problema va considerato. E se il suo servizio può essere interrotto, quanti altri giuramenti a vita possono essere sciolti?

Notare comunque l’uscita di scena alla grande di Barristan, malgrado l’età ben pochi sarebbero in grado di fermarlo. Ovvio che la sua sostituzione nasce da desideri concreti. Mettere Jaime al comando della Guardia e liberare un posto per il Mastino, e il fatto che quest’ultimo non sia un cavaliere sembra non essere nulla più che un dettaglio. In realtà è un indice, uno dei tanti, di quanto Cersei e Joffrey se ne infischino di leggi e di costumi in vigore magari anche da secoli.

Alla fine arriva anche il momento di Sansa. Ingenua, timorosa, ma profondamente legata al padre e pronta a parlare in sua difesa anche se questo le costa uno sforzo notevole. Bella la teoria della gamba fratturata che avrebbe impedito a Ned di pensare lucidamente. Sansa se ne era già convinta quando il padre aveva inviato lord Beric Dondarrion e non ser Loras Tyrell a combattere contro la Montagna che cavalca, e malgrado tutto quello che deve aver visto o udito dalla morte di re Robert non ha cambiato idea. Beata ingenuità. E con la promessa di clemenza di Joffrey siamo tutti rimandati a un altro luogo.

Sotto la foto spoiler dalla Danza dei draghi.

 

Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 22: Sansa

Qui Barristan parla della fanciulla che avrebbe dovuto sposare che invece è andata in sposa a suo fratello. Dall’ultimo volume però sappiamo che lui si è innamorato di Ashara Dayne. Certo non poteva confessare quest’amore davanti a tutta la corte, ma la mia impressione è che qui ci sia stato un cambio di programma da parte di Martin. Il Barristan Selmy di inizio saga rinuncia al matrimonio per entrare nella Guardia reale, e da quel momento per lui non esiste più alcuna donna. Quello della Danza dei draghi si innamora di una donna ma non dice nulla perché ha prestato un giuramento che lo vincola per sempre. In realtà mi sembra probabile che Barristan abbia conosciuto Ashara ben dopo aver prestato giuramento e quindi le due cose potrebbero non escludersi a vicenda, ma la mia impressione è che Martin abbia accresciuto l’importanza del personaggio per gli eventi passati della storia di Westeros solo con il procedere delle Cronache del ghiaccio e del fuoco.



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