Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 25: Jon

Creato il 04 luglio 2013 da Martinaframmartino

L’ultima volta che George R.R. Martin ci aveva parlato di Jon Snow eravamo tutti lì a pregare che il non-morto bruciasse. Quanti di voi si erano dimenticati il prologo del Trono di spade? In quelle pagine gli Estranei ammazzano ser Waymar Royce e lui, a sua volta, tornato in vita ammazza Will. Solo che nessuno lo sa, come ci racconta Eddard Gared, il disertore, era praticamente impazzito e non era stato in grado di dire nulla. Questa è una delle cose che più mi hanno infastidito della serie televisiva realizzata da David Benioff e D.B. Weiss. Nella prima puntata della prima stagione del Trono di spade Eddard giustizia il disertore, ma prima di farlo ascolta le sue ultime parole. Eddard sa degli Estranei, ne parla pure con Benjen in una conversazione a Grande Inverno, durante il ricevimento per l’arrivo del re. L’Eddard televisivo sa e non fa nulla. Con Bran aveva sminuito la cosa, ma il fatto stesso di parlarne con il fratello indica la sua preoccupazione. E allora lui, il lord integerrimo il cui motto è “L’inverno sta arrivando” cosa fa, va a Sud? Ma stiamo scherzando? Fra l’altro mentre nei romanzi è Catelyn a insistere perché lui accetti il ruolo di Primo cavaliere del re, in televisione lei lo vorrebbe trattenere a Grande Inverno e lui la ignora e parte lo stesso. Va bene adattare la storia, tagliare sui personaggi e risparmiare sulle scene per evidenti limiti di budget, ma stravolgere un personaggio no.

Fine dell’inciso, in fondo qui siamo nel Grande inverno e non nel Trono di spade. Lo so, in inglese sono un romanzo solo, ma è per dire che siamo avanti nella storia.

Il fuoco uccide definitivamente i non-morti, buona notizia. Ovvio, quella cattiva è che ci sono davvero i non-morti, e se prima lo sapevano solo i lettori, ammesso che se ne ricordavano ancora dopo tutto quello che è successo ad Approdo del Re e con la cattura di Tyrion, ora lo sanno anche i Guardiani della notte.

Abbiamo un accenno a ser Barristan Selmy. Lo avevamo visto qualche capitolo fa, quando non aveva gradito l’idea di andare in pensione. A quanto pare Joffrey non è riuscito a catturarlo, almeno qualcuno (qualche due visto che anche Arya è uccel di bosco?) non è caduto nelle sue grinfie. Lo ritroveremo? Certo, Martin non dimentica mai un personaggio una volta che lo ha portato in scena. Quanto tempo ci vorrà però è da vedersi. Simpatico comunque Pycelle che non risponde a Mormont, viene da chiedersi se si rendono conto che fanno tutti parte dello stesso regno. Se i Guardiani della notte contano così poco, come potranno cavarsela con quei venti gelidi che si stanno levando?

Robb è partito e Jon vorrebbe essere con lui, ma ha prestato un giuramento. Quanto valgono i giuramenti, e quali sono le vere priorità? La risposta, ovvio, cambia a seconda dell’identità della persona a cui viene posta la domanda. Però il fatto di non aver raggiunto Robb frutta a Jon una spada in acciaio di Valyria, una spada bastarda per un bastardo. Su Valyria ci sono accenni molto distanti fra loro, mi sa che conosceremo davvero tutta la storia solo quando George R.R. Martin si degnerà di pubblicare finalmente l’enciclopedia che sta scrivendo con Elio Garcia e Linda Antonsson. Il figlio di Jeor Mormont ovviamente è quel Jorah che si trova con Daenerys. All’inizio è complicato orientarsi con nomi e personaggi molto distanti fra loro, anche perché i primi alberi genealogici sono molto sintetici. Però se per caso avete acquistato già i volumi successivi non consultateli, ogni albero genealogico contiene o può contenere spoiler dei volumi precedenti. Casa Mormont ora è guidata da una donna, Maege. La società di Westeros è patriarcale, ma in mancanza di eredi maschi possono ereditare anche le donne.

Torniamo al testo. La spada si chiama Lungo artiglio. Le armi importanti devono sempre avere un nome. Prendiamo a esempio Ghiaccio. O Ago. O Excalibur. Va bene, Excalibur appartiene a un’altra tradizione, ma il nome va dato. Salutiamo ser Alliser Throne, in viaggio per Approdo del Re. A proposito, Owen Teale, che interpreta Thorne, è stato appena richiamato per la quarta stagione del Trono di spade. Ci aspettano alcune scene… interessanti. Certo, io lo scrivo e intanto non ho visto nemmeno la terza stagione, al di là delle prime due puntate presso la sede Sky. Prima o poi dovrò rimediare.

Jon per i suoi amici è un eroe, ma sa pensare solo a quegli occhi azzurri. I due non-morti avevano obiettivi precisi, quindi qualcosa ricordano della loro vita passata, e tante pagine fa il neonato Spettro era lontano dai suoi fratelli. Ricordiamo che Spettro aveva gli occhi aperti, vigili, mentre quelli di tutti gli altri cuccioli erano chiusi? Pensieri inquietanti, ma dai quali non si può fuggire.

Quanto valgono i giuramenti, e quali sono le vere priorità? Mastro Aemon è vecchio e cieco, ma chi è mastro Aemon? Lo avevamo trascurato, era solo un anziano, forse saggio, forse un po’ tocco. Aveva visto in Tyrion un gigante, lui che è cieco e non può vedere, ma non aveva forse visto meglio degli altri?

Aemon chiede a Jon cosa sceglierebbe Eddard se dovesse contrapporre l’onore a coloro che ama. Per loro è un discorso teorico, ma noi sappiamo che questa è la scelta che Varys ha davvero proposto a Ned. E quella stessa proposta gli è stata fatta da Cersei, anche se non abbiamo visto la scena e non abbiamo potuto sentire la risposta. Cosa risponderà Ned?

A volte i capitoli ci propongono brevi lezioni di storia, qui troviamo Harren il Nero e Aegon il Conquistatore. Troviamo antiche leggende, e non dobbiamo mai fare l’errore di considerarle nulla più che leggende. In un fantasy tutto può essere vero, anche se non è necessario che lo sia, e quel che è vero può esserlo in modi diversi da quelli che ci aspetteremmo. Ma non dobbiamo mai trascurare le parole che sentiamo. E se Jon vorrebbe minimizzare l’importanza della storia, per Aemon non è storia passata ma la sua storia, visto che lui è Aemon Targaryen. Maekar e Aegon compaiono nel racconto Il cavaliere errante. Se avete ritenuto che quei testi, Il cavaliere errante, The Sworn Sword e The Mystery Knight, non fossero importanti per la storia che stiamo leggendo perché narrano di avvenimenti passati, vi siete sbagliati. Molto di quel che avviene nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco ha le sue radici nel passato, e quei racconti otre a essere belli sono illuminanti per la trama più grande in modi che, se non li avete letti, non potete immaginare. Per ora in italiano si può acquistare solo il primo nel volume I re di sabbia o i primi due in versione graphic novel, ma in futuro le cose potrebbero cambiare. Se quell’ipotetico libro di cui mi hanno parlato dovesse davvero uscire il mio consiglio è di non lasciarvelo scappare. Intanto scappo io verso altri impegni.



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