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Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 30: Arya

Creato il 11 settembre 2013 da Martinaframmartino
Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 30: Arya

Maisie Williams/Arya Stark sul piedistallo della statua di Baelor il Benedetto

L’ultimo capitolo di Arya in A Game of Thrones è quello in cui tutto cambia per sempre. Il capitolo che in passato mi è capitato di definire quel capitolo di Arya ad Approdo del Re. Non c’è bisogno di dire altro, chi conosce la storia sa senza ombra di dubbio di cosa sto parlando.

George R.R. Martin non era mai stato gentile con i suoi personaggi. Will e ser Waymar Royce erano stati ammazzati nel prologo, ma per quanto la scena sia forte, con la minaccia degli Estranei che fa capolino prima di scomparire (per ora) nello sfondo, si sa che il prologo è sempre un po’ a parte. Poi Ned aveva decapitato un Gared reso folle dalla paura. Quindi avevamo avuto il volo di Bran, le morti di Lady e Micah, quella di Jory Cassell, un Benjen Stark disperso e forse morto, la tragica fine del mai compianto Viserys e la morte di Robert Baratheon foriera di guai di dimensioni colossali. Di mezzo c’è stato qualche altro piccolo problema, ma gli eventi tragici principali erano stati questi.

Un bambino di sette anni reso invalido dopo che avevamo imparato ad amarlo è abbastanza inusuale, come sono inusuali le morti degli animali capaci di instaurare un legame speciale con i loro padroni. Abbiamo visto il rapporto fra Bran e Estate: il meta-lupo gli ha salvato la vita, e spesso è il suo alter ego. Cagnaccio riflette gli stati d’animo di Rickon. E Sansa è rimasta senza Lady. All’appello manca anche Nymeria, ma tanto siamo tutti convinti che prima o poi Arya la ritroverà.

Passi per il resto, è un po’ più pesante la morte di Robert perché sconvolge tutti gli equilibri. Ho visto altri re morire, e non sempre il passaggio di poteri è stato indolore. Martin ci va giù un po’ più pesante rispetto agli altri e Ned finisce in cella.

Sapevamo che c’erano i tunnell fin da quando Arya ci era finita dentro. In precedenza ne aveva accennato Catelyn, ma era stato colo con la lupacchiotta che li avevamo visti davvero. Varys aveva rifiutato di salvare Ned, ma noi continuavamo a sperare. Arya è fuggita di lì, e speravo potesse ritrovare il padre, ma sapevo anche che non c’era nessuno in grado di aiutarla. Anche se lo avesse visto lui era chiuso a chiave in una cella e con una gamba rotta, senza considerare che Cersei avrebbe rivoltato l’intera Approdo del Re per ritrovare Ned in caso di una sua fuga. E gli uomini al servizio di Casa Stark sono stati tutti ammazzati al momento del colpo di mano della regina.

Un’altra possibilità era la Barriera, che avrebbe davvero avuto bisogno di uomini come Eddard. Rivedere Ned insieme a Jon sarebbe stato bello. E invece…

Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 30: Arya

Sean Bean/Eddard Stark

David Benioff e D.B. Weiss hanno detto che da quando hanno letto A Game of Thrones hanno desiderato portare questa scena sullo schermo. Il presunto eroe che muore, e che muore dopo aver fallito, è un colpo difficile da prevedere e ancora più difficile da sopportare. E Martin è stato felice del fatto che loro non abbiano fatto il benché minimo tentativo di salvare il personaggio, mentre altri aspiranti produttori che lo avevano contattato prima di Benioff e Weiss erano interessati a narrare solo una parte della sua storia a costo di stravolgere tutto il resto. Non per niente sono stati loro ad avere il suo sì.

Secondo uno dei due, ho letto l’intervista da troppo tempo e non ricordo più chi, questo capitolo è “stranamente sotto scritto”, nel senso che è di livello inferiore rispetto agli altri e che avrebbe potuto essere scritto meglio. Io non sono d’accordo, anche se capisco le loro scelte. Game of Thrones, la serie televisiva di HBO, non ha i punti di vista come invece li ha George R.R. Martin, perciò sceneggiatore e regista possono saltare da un personaggio all’altro come gli pare. Mentre Martin ci può solo mostrare le cose con gli occhi di Arya, che è lontana, la televisione passa anche su Ned e su qualcuno degli altri protagonisti del dramma che si sta compiendo. Sean Bean, giusto per non lasciare dubbi su quale sia l’Eddard di cui sto parlando, vede Yoren e gli dice “Baelor”. Lo spettatore ha almeno questa consolazione, vedere il padre che salva la figlia. La scena è toccante, ma davvero Ned in quella confusione poteva vederla e riconoscerla, e quante erano le probabilità che Yoren fosse così vicino da essere a portata d’udito, che solo lui capisse e che riuscisse a raggiungere la statua in tempo?

La vita di Arya ad Approdo del Re non è stata facile. Fame, pericoli, e le guardie che la cercavano.  Fortuna che Syrio ha fatto in tempo a insegnarle a guardare con gli occhi, altrimenti l’avrebbero catturata entro breve.

Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 30: Arya

Va bene, a volte anche noi fan abbiamo un po’ di umorismo macabro, ma dobbiamo pur tenerci su il morale visto che sappiamo da tempo che l’inverno sta arrivando…

Per Martin è Ned ad arrivare per primo sul posto, e quando Arya arriva suo padre è già sul pulpito. Sono presenti anche il grasso sommo septon per la confessione solenne e vari cavalieri e lord. Ci sono Joffrey, Cersei, il Mastino, quattro cavalieri della Guardia reale (facciamo i conti: sono sette in tutto, Jaime è prigioniero a Delta delle Acque, ser Barristan è stato destituito e il suo posto è stato preso dal Mastino che non indossa il bianco, quindi Arya non può riconoscerlo per quello che è. Ne manca uno, che stia proteggendo Tommen e Myrcella nella fortezza?), Varys, Ditocorto (l’ometto dalla barba appuntita, il nostro caro traditore) e Sansa. Manca Pycelle, assenza strana visto che fa parte del Concilio ristretto del re, anche se può essere solo Arya che non lo riconosce. E poi ci sono un bel po’ di cappe dorate capitanate da Janos Slynt.

Ned confessa un tradimento che non ha mai compiuto. Cosa potevamo aspettarci? La sua vita per lui non è più importante del suo onore, e anche se a malincuore si sarebbe lasciato ammazzare, ma in ballo c’era la vita di Sansa, anche se ben pochi lo sanno. Che Ned sapesse mentire per proteggere coloro che ama lo sapevamo già da quando aveva detto a Robert che Catelyn aveva catturato Tyrion dietro suo ordine, e poi c’è la famosa promessa a Lyanna con tutto quel che ne consegue. Qui salva una figlia, anche se una confessione di tradimento indebolisce la posizione di Robb. Con il padre reo confesso di tradimento il nuovo lord di Grande Inverno è solo un ribelle, non uno che combatte per una giusta causa. Questo però è un pensiero nostro, un pensiero del senno di poi, visto che ad Approdo del Re ancora non sanno come stanno andando le cose sul campo di battaglia.

Al momento della verità Joffrey ci ricorda che sua madre voleva che Ned prendesse il nero. Non è tenera, Cersei, ma sa che la morte di Ned può solo esacerbare gli animi degli uomini del Nord, e suppongo che nel colloquio che Martin non ci ha mostrato abbia avuto l’assicurazione che lui non dirà mai a nessuno la verità sui suoi figli. Visto che in cella è finito Ned e non Cersei proprio perché lui è stato fin troppo premuroso con lei, lei sa che della parola di lui si può fidare. Joffrey però, da quel bastardo sanguinario che è, vuole la testa di Ned.

Notare le reazioni: il sommo septon afferra Joffery, non vuole la morte di Ned. Idem per Varys, che accorre gesticolando. La regina dice qualcosa, e anche lei viene ignorata. Sansa sviene.

Yoren, incontrato per caso da Arya subito dopo la sua avventura con un gatto e attraverso alcuni passaggi segreti, torna e le impedisce di vedere una scena che l’avrebbe tormentata per il resto della sua vita.

Sotto la foto spoiler dal Portale delle tenebre.

 

Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 30: Arya

Che Ditocorto fosse un intrigante lo sapevamo tutti fin dall’inizio. Abbiamo iniziato a odiarlo quando ha tradito Ned e lo ha consegnato a Cersei e a Janos Slynt, ma non abbiamo mai capito i suoi veri obiettivi. Qui l’ultimo capitolo di Sansa è stato una rivelazione. Già lo avevamo visto diventare lord di Harrenhal, titolo vuoto visto che la fortezza è in pieno territorio di guerra ma comunque un titolo importante che gli consente, per esempio, di essere abbastanza nobile per poter chiedere la mano di Lysa. Ma lui non amava Lysa, amava Catelyn. In attesa di scoprire le sue mire su Sansa ricordiamo questo: Ned era un ostacolo al suo possibile matrimonio con la vedova di lord Stark. La morte di Catelyn alle Nozze Rosse è stata un incidente, dovuto al fatto che lei non si è arresa ed è impazzita dal dolore. Ned era un rivale che andava ammazzato, e infatti non ha mosso un dito per salvare Ned, unico fra tutti i presenti con un qualche titolo per parlare. Vogliamo scommettere che è stato lui a destare in Joffrey la sua vena sanguinaria?

Sotto la foto spoiler da La danza dei draghi.

 

Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 30: Arya

Malgrado le pagine trascorse Arya non ha ancora ritrovato Nymeria, ma noi sappiamo benissimo che è viva e che il legame fra le due è molto forte. Nymeria ha salvato la sua padroncina dagli inseguitori di Roose Bolton che dovevano riportarla ad Harrenhal e ha tirato fuori dal Tridente il cadavere di Catelyn, anche se questo se lo poteva risparmiare. Penso che il legame con quella lupa gigante che impazza alla testa di un ferocissimo branco nel territorio dei Fiumi sia la cosa che più di ogni altra impedirà ad Arya di diventare davvero uno degli Uomini senza volto e che invece le ricorderà di essere una Stark. Non dimentichiamo che ha anche nascosto Ago invece di gettarla via, il suo sangue tornerà a farsi sentire con forza.



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