Tyrion è ben consapevole di chi sia Bronn. Per noi è colui che lo ha salvato, e nessuno tranne la lady di Nido dell’Aquila e il suo caro figlioletto voleva la morte del Folletto, nemmeno Catelyn. I vari comprimari presenti sul posto non contano.
Tyrion, siamo tutti convinti, è innocente, in più fa ridere ed è amico di Jon, tutte buone ragioni per volerlo vivo. Ma Bronn, abilissimo con la spada, è e resta un mercenario, non dimentichiamolo. Chiarite le cose fra i due Tyrion ricorda la sua decisione di indagare sulla daga, quella su cui Ditocorto ha mentito.
Primo accenno a Tysha, anche se il suo nome in questo caso non viene pronunciato. In fondo è un racconto distaccato, come se quest’episodio sia accaduto a qualcun altro, solo che non è così. Qui si parla di Tyrion, e pian piano ci costruiremo di lui un’immagine migliore. Nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco il passato torna fuori quando meno te lo aspetti, e spesso è sorprendente. Chi lo avrebbe detto che Tyrion si sarebbe innamorato a quel modo? In compenso iniziamo a renderci conto di quanto sia bastardo Tywin. Bronn dice che al suo posto lo avrebbe ammazzato, e considerando il tipo non ci sorprende. Più sorprendente è vedere Tyrion che non esclude l’eventualità, anche se l’impressione è che sia un discorso ozioso, ricordando che un Lannister paga sempre i suoi debiti.
Ovviamente nella notte arrivano i membri dei clan delle montagne, e Tyrion si sbilancia in una promessa impegnativa. Riuscirà a mantenerla?