Il grande ritorno di Mamma Editori, il BlogTour #7 – Le Recensioni

Creato il 28 febbraio 2012 da Nasreen @SognandoLeggend

Salve e ben trovati con il settimo appuntamento su SognandoLeggendo con il BlogTour dedicato alle novità Mammaeditore. Vi ricordiamo le altre date del blogtour che, come vi abbiamo già spiegato questa mattina, hanno subito qualche cambiamento.

25 Febbraio, mattina: Biografia autori, sinossi, trama, dati di pubblicazioni delle nuove uscite
25 Febbraio, pomeriggio: Speciale su Margaret Gaiottina con Intervista+Video
26 Febbraio, mattina: Giveaways de “Un Nido di terra per la Donna Cristallo”
26 Febbraio, pomeriggio: Giveaways de “La Fantasia dello Scarafaggio”
27 Febbraio, mattina: Recensione de “La Fantasia dello Scarafaggio”
27 Febbraio, pomeriggio: Recensione de “Apocalypse Kebab”
28 Febbraio, pomeriggio: Recensione de “Un Nido di terra per la Donna Cristallo”

Margaret Gaiottina

 Margaret Gaiottina è lo pseudonimo di una trentasettenne straodinariamente letta ed amata in rete. 

Margaret fa parte del gruppo dei fondatori della Bloody Roses Secret Society, il club dei romanzieri che scrivono con il sangue. I primi due libri della scrittrice La Sedicesima Notte e L’Alba della Chimera  fanno parte della collana “A Cena col Vampiro“.

Titolo: Un Nido di Terra per La Donna Cristallo
Autore: Margaret Gaiottina
Edito da: MammaEditore
Prezzo: 9,80 €
Genere: Fantasy
Pagine: 320p.
Voto:

Trama: Ricevimento presso la Crossbow Fashion, tutto il glamour della Città Eterna… e in mezzo lei: sandali di strass, seno esuberante, occhi di ghiaccio e labbra scarlatte. Non è una visione ma Dorinda Martini, “Icy”, per quei pochi che possono permetterselo. Scettica, in qualità di responsabile finanziario della Crossbow, riguardo all’evento della serata: l’acquisto della mitica coppa dell’immortalità appena fatto da mr. Crossbow. “Una mania del vecchio” pensa Icy. Ma sbaglia. Per appropriarsene un rapinatore gigantesco e sinuoso spunta dal nulla e stende tre guardie armate. Ma la vista di Icy lo blocca, esita, e questo gli costa la vita. È così che Icy si troverà tra tombe e sedute spiritiche e che, occhi color tabacco e pelle che profuma di cedro, l’archeologo Anghelos Dimiatridis sarà disposto a tutto per concludere la missione, perfino tornare dall’inferno.

“Io te lo ha detto Icy, questo è grande casino”, borbotta Anita, amica russa spiritista punk. E ha ragione, Icy. Quegli occhi color tabacco potrebbero perfino farti scoprire che non sei poi così fredda.

«Non dimenticare che sono morto a causa tua…», 
disse distogliendo lo sguardo. 
Tanto bastò a tramutare l’imbarazzo in stizza:«Sei gentile a ricordarmelo.» 

Recensione
di Debora

Quando inizio la lettura di un libro il primo contatto che ho con esso è di sicuro quello visivo e successivamente quello tattile. Devo dire, con un po’ di dispiacere, che se per quanto riguarda la copertina sono rimasta piacevolmente colpita, non lo sono stata altrettanto per il resto. La stampa ha delle pecche. Le righe vanno verso l’alto e la rilegatura è visibilmente fatta in modo discreto. Voglio sperare, in buona fede, che magari il libro risultasse tagliato a metà a causa del viaggio postale e non per altro… Sembrava fosse stato già letto da qualcuno e maneggiato non molto gentilmente!

Veniamo al libro e ai suoi personaggi. Quello che, sicuramente, ricorderete con il sorriso sulle labbra sarà Anita. È anche quello, a mio parere, meglio caratterizzato. Grazie infatti al modo di parlare grammaticalmente errato (lei è straniera), e le sue manie riusciamo a metterla subito tra i personaggi più particolari. Addirittura le sue movenze la rendono, almeno ai miei occhi, un personaggio un po’ agitato, frettoloso e ovviamente strampalato.

Io te l’ha detto Icy, questo è grande casino”

La nostra protagonista femminile invece, Icy, lavora nel mondo della moda e in effetti la Gaiottina esalta questo lato perché quando Icy ci descrive i suoi amici o le persone che incontra, è sempre attenta a ciò che indossano, notando particolari come i colori o il tipo di tessuto. La scrittrice, a quanto pare, ci tiene molto a farci cogliere ogni sfumatura.

Portava pantaloni “cargo” di stoffa impalpabile di un blu scivoloso e golfino di filo sottile carta da zucchero, fusciacca di seta blu notte al collo e quel pizzo castagna ad incorniciare un paio di labbra morbide  e dalla piega cinica.

 Il suo punto debole sembra essere Byron, il protagonista maschile del libro. Vicino a lui, lei appare, specie nei loro primi incontri (o meglio scontri) più debole, insicura, disorientata; lui è la sua ossessione. Ovvio e come non potrebbe esserlo? Sarebbe anche la vostra di ossessione ve l’assicuro, dato che Byron è un FIGO da paura, tanto per usare un’espressione che renda l’idea. E il fatto che è un morto vivente, o meglio uno zombie passa in secondo piano. Non ce ne frega nulla! Poi col passare del tempo la protagonista scopre lati nascosti del ragazzo e questo la fa sentire protetta e sicura tanto che le sue incertezze non esistono più. Byron è spesso descritto con “gli occhi gialli” ed è l’unica caratteristica del suo personaggio che non mi ha convinta o meglio mi ha fatto sentire diffidenza nei sui confronti. Forse però quegli occhi gialli sono l’unica cosa che rende Byron un po’ più zombie perché per il resto non lo sembra per nulla. E questo l’ho apprezzato.

Margaret è riuscita ad allontanarsi dai canoni del morto vivente puzzolente e fatiscente per descriverci, senza risultare ridicola, un mondo di zombie da sballo.

Sorseggiò di nuovo e mi guardò a lungo. Non mi capitava spesso di sentirmi in difficoltà per quel genere di sguardi, ma con lui mi accadeva troppo spesso. Aveva quel modo di fissarmi come se potesse leggere in profondità dei miei pensieri.

La piccola pecca del romanzo è forse che la parte investigativa non è curata abbastanza bene. Il lettore si perde molto più nella storia d’amore, nelle sedute spiritiche e gli indizi per risolvere il mistero della coppa dell’immortalità e trovare il colpevole sono dispersivi. Nella parte centrale è come se l’autrice decidesse di mettere da parte quell’aspetto, per tornarci poi verso la fine del libro. Diciamo che forse io non ho sentito abbastanza legata la parte sentimentale del romanzo a quella investigativa, anche se lo è per il risolversi degli eventi.

La scrittura è frizzante i personaggi non si prendono mai troppo sul serio − solo nei momenti più opportuni come è giusto che sia − affrontano gli eventi con un po’ di paura ma cercando anche il lato comico.

Molto abile la scrittrice lo devo ripetere. È il suo primo romanzo che leggo, ma credo proprio che non sarà l’ultimo.


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