Il gregge e le eggregore

Da Straker

N.B. Il titolo-paranomasia della presente riflessione si deve ad un proficuo dialogo con l’amico Emanuele che ringrazio.
Siamo intossicati dalle notizie, per lo più false e distorte, provenienti dai media ufficiali: se smettessimo tutti di leggere i quotidiani sia cartacei sia telematici, se smettessimo tutti di seguire i telegiornali, il sistema avrebbe l’attuale deleterio influsso sull’opinione pubblica? Ormai ogni perversa decisione assunta dall’establishment è efficace, perché è amplificata nonché gestita e diretta dagli organi di regime. Editori, direttori e “giornalisti” sono molto più potenti dei generali. L’inganno può proseguire, solo se troviamo qualcuno disposto ad ascoltare i bugiardi. Basta un’immagine sconvolgente spesso spuria per innescare prevedibili reazioni nella massa, tacendo nel contempo sulle vere ragioni e sui retroscena di conflitti, crisi, “emergenze”. La psicologia ed il comportamento della folla obbediscono allo schema stimolo-risposta: Skinner docet.
Potremmo trarre immensi benefici da un oscuramento dell’”informazione” mainstream: non saremmo più colpiti dagli strali avvelenati di quelle news che servono solo ad instillare ansie, paure, sensi di colpa, ad installare falsità nella coscienza e nell’inconscio. Purtroppo il gregge è controllato con le eggregore.
Oggi, invece di leggere i classici da cui ricavare insegnamenti immortali, si affonda la testa negli scartafacci governativi e si presta attenzione alle menzogne del “cattivo pastore”.
Ormai il “pensiero” unico, un “pensiero” distorto ed autodistruttivo, è talmente inveterato nelle persone che supporre di poterlo estirpare è quasi utopico. Addirittura provare a svellerlo potrebbe causare più danni di quanti ne provochi il suo radicamento, come quando si decide di sbarbicare un glicine: si tenta di divellerlo e crolla il muro in cui la pianta ha messo le sue tenaci radici.
Anche la tecnologia, che è poi oggi il principale strumento con cui sono trasmessi i messaggi nel mondo globalizzato, è sempre più invadente e dispotica: bisognerebbe adottare nei suoi confronti il motto latino “habere, non haberi”, cioè “possedere, non essere posseduti”.
Le azioni più “semplici”, spegnere il televisore ed accendere la fantasia, usare i dispositivi tecnologici, senza lasciarsene dominare, sono diventate le sfide più ardue. Chi, novello Odisseo, prenderà le idonee precauzioni affinché la sirena della tecnica non ci spinga a sfracellarci sugli scogli?
Come sempre, l’equilibrio non è facile da conseguire e, anche quando lo si acquisisce, si può mantenere per qualche istante, dopodiché si ricade nell’alternanza degli eccessi il cui moto oscillatorio pare essere perpetuo.

Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati

APOCALISSI ALIENE: il libro