L’analisi del risultato negativo delle recenti elezioni amministrative è stato francamente imbarazzante. Grillo non ha neanche capito chi gli ha voltato la faccia. Non ha trovato niente di meglio che prendersela con gli elettori del Pd e del Pdl, i quali, detto per inciso, non credo proprio che abbiano votato il Movimento alle scorse politiche. Grillo avrebbe dovuto prendersela con quegli elettori che, in mancanza di alternative valide (a loro giudizio) a febbraio gli hanno dato fiducia. Più che prendersela con loro, Grillo dovrebbe chiedersi perché quei milioni di elettori non l’hanno ritenuto più un’alternativa valida, a distanza di appena tre mesi.
Ma ciò che fa rabbrividire è l’assioma, carico di razzismo sociale, per cui chi non vota per i pentastellati è un privilegiato. Nel girone dei parassiti ci mette, senza possibilità di eccezione, i politici e la loro cerchia, i dipendenti pubblici e i pensionati; tra i virtuosi elettori del Movimento, gli studenti, i lavoratori autonomi e i disoccupati. Le cose sono due: o Grillo si è dimenticato che la sua fortuna politica è dovuta proprio alla capacità di raccogliere consensi trasversali, o ha deciso di organizzarsi come partito di categoria.