Il GTM riempie l'Officina e diverte. Intanto il centro è deserto.

Creato il 27 gennaio 2013 da Laperonza

Il buon teatro lo si può fare anche a livello amatoriale, quando c’è passione e talento. Entrambe le caratteristiche sono ben presenti nel Gruppo Teatrale Montegranaro “Giulio De Rosa” che questa sera è tornato a calcare le scene cittadine all’Officina delle Arti con due deliziosi atti unici: “Un Bobi e due Bubi” di Sabatino Lopez e “Vito de Cassia’”, una riduzione vernacolare dell’opera pucciniana “Gianni Schicchi”.

Divertenti entrambe le rappresentazioni, dirette da Maghy Allegri e Nicola Girotti, entrambi ottimi anche in veste di attori, hanno offerto due ore di svago di ottimo livello al pubblico che gremiva il teatro che ha premiato l’interpretazione con copiosi applausi, tutti meritati. Nicola è stato incommensurabile in entrambi i personaggi interpretati nella rappresentazione dialettale dove si è distinta anche un’incontenibile e simpaticissima Valentina Illuminati.

Ma tutti meritano un plauso, da Samuele Baccifava perfetto genero di una sempre splendida Maghy a Marta Morresi bravissima in entrambi i ruoli, da una Ludovica Di Chiara divertente e divertita ad una convincente Giovanna Lattanzi, senza dimenticare Annalisa Pompozzi, Renato Di Chiara, Filippo Mobbili, Raffaele Rossi e Mattia Di Chiara. Nemmeno un piccolo incidente alle luci durante il primo atto unico e una testata del capezzale di Giuseppe che non voleva starsene a posto nel secondo hanno disturbato la recitazione di un gruppo di attori che, seppure amatoriali, dimostrano un ottimo livello interpretativo.

Dicevo del teatro stracolmo. L’Officina delle Arti può contenere oltre duecento persone e c’erano tutte, anche in piedi. Ciò dimostra che non è vero che a Montegranaro la cultura non tira, dipende da come la si propone e come la si promuove. Un unico rammarico: lo spettacolo fatto al La Perla avrebbe riempito il teatro e avrebbe portato un po’ di vita nel moribondo centro della nostra città che, invece, anche questa domenica sarà rimasto deserto. C’è da riflettere.

Luca Craia


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