grazie a un piccolo, delizioso volumetto ho riscoperto il piacere dell'ironia: è Il racconto del Becchino è altre storie, di Mark Twain. Troppo spesso, ironia diviene sinonimo di sarcasmo pesante, e spesso travalica nell'offesa. Ma, grazie al Cielo, esistono autori grandiosi come Mark Twain che ci strappano un sorriso pur lanciando una freccia al curaro. Il tutto senza offendere o sputare sentenze.
RECENSIONELa raccolta pubblicata dalla Editori Riuniti è un piccolo gioiello. Poco conosciuti dai più, i racconti di Twain condensano in poche pagine l'ironia fulminante e corrosiva di cui sono intrisi i due più famosi volumi ossia Le Avventure di Tom Sawyer e Huckelberry Finn. Si tratta di scritti di satira di costume e/o critica letteraria, stilati con quella prosa vivace, spumeggiante e ben costruita che rappresenta e che hanno più la veste di considerazioni generali sulla società americana, sui suoi autori e sulla letteratura. Altri, invece, sono dei veri e propri racconti con personaggi forti, in cui lo spirito caustico dell'autore si incarna in maniera raffinatissima. Tutti uniti sotto un titolo in inglese che è molto interessante: Who is Mark Twain? Difficile dare una risposta per questo personaggio. Scrittore poliedrico, commentatore, figura essenziale del suo tempo. I racconti ci portano per mano verso il lato più amaro di Twain, ma lo fanno con grazia e con un sorriso.
Tra i racconti ho apprezzato particolarmente La controversia su Walt Withman, in cui l'Autore con un'arguzia senza pari si fa beffe di una parte della critica che considerava il grande poeta americano immorale o addirittura oscena. La critica è mordace, ma mai offensiva e suscita una risata intelligente nel lettore. Sì, perché ridere può essere essere occasione di riflessione. E questo è un aspetto della critica che dovremmo avere ben presente in un era quale la nostra, in cui arene televisive e non ci hanno abituato al dileggio.Arguto e divertente La lite nel forziere, in cui le monete si trovano a litigare sul proprio valore: una critica feroce al costume (americano e non) di legare il proprio valore personale a ciò che si possiede; Intervistare l'intervistatore, in cui Twain si prende gioco del modo in cui i giornalisti "devono stare sul pezzo" creando un favoloso (e impietoso) ritratto di un professionista della carta stampata; Il privilegio della tomba, piccolo brano quanto mai attuale che in molti dovrebbero rileggere e che riguarda il coraggio di confermare le proprie affermazioni per quanto scomode esse siano.
La vera grandezza di Twain e di questi piccoli saggi sta nella loro grandissima attualità, a conferma che gli autori davvero grandi esprimono concetti validi sotto ogni cielo, in ogni epoca.Il mondo della letteratura, della politica, delle istituzioni viene messo alla berlina attraverso una scrittura brillante e vivacissima, in cui la paratassi fa da padrona, dove l'aggettivazione è ridotta al minimo sindacale e le riflessioni con il sorriso sulle labbra assicurate e con un retrogusto amaro che fa riflettere. Un plauso alla Editori Riuniti per aver pubblicato questo volume. E un invito ai lettori: leggetelo. Poco alla volta, non importa, ma leggetelo. Perché oggi più che mai c'è bisogno di recuperare la vera misura del dialogo e dell'uso dell'ironia nel confronto.