Dall'8 al 23 maggio 2015 Inaugurazione venerdì 8 maggio 2015- Spazio Tadini - Via Jommelli, 24 - Milano
Opere di: J ean-Pierre e Tamara Landau, Ilaria Borraccino, Bruno Contensou, Sharon Kivland, Louise Narbo, Tobia Ravà.
dalle 18.30 alle 22.00 - Ore 20.00 performance video-poetico-musicale con Catherine Fava-Dauvergne, Tamara e Jean-Pierre Landau, Claude Yvans - clicca qui per leggere in anteprima il catalogo del movimento.
Venerdì 15 maggio 2015 Melina Scalise (presidente di Spazio Tadini)
Ore 20.00 Presentazione del libro di Tamara Landau "Le funambole della dimenticanza", Aracne editrice
Ore 21.00 performance video-musicale
Sabato 23 maggio 2015con Sharon Kivland, Laura Pigozzi e Domenico Schiattone
dalle 18.30 alle 21.30 finissage mostra
Ore 19.30 performance video-poetica
con Christian Demare, Antonella Gentilini, Olivier Courtemanche e Bice Benvenuto.
Dopo la personale, di Jean-Pierre Landau "L'ascolto all'opera" a cura di Spazio Tadini e Fortunato D' Amico, inaugurata il 27 aprile 2015, allo Spazio Tadini di via Jommelli, 24 a Milano, dall'8 al 23 maggio 2015, in collaborazione con l'Institut Francais, si terrà la collettiva "Il gusto delle parole: energia per la vita", del gruppo d'arte e psicanalisi MnemoArt.
MnemoArt, fondato da Jean-Pierre insieme alla moglie Tamara Landau, a sua volta artista e psicoanalista, è la naturale evoluzione del suo percorso di ricerca: il dialogo costante tra il gesto e la mente di cui la parola è lo strumento più ricco e complesso.
" MnemoArt - dice Tamara Landau - vuole far conoscere, al pubblico che arriverà a Milano per Expo 2015, un altro aspetto fondamentale dell'energia per la vita dell' essere umano: la parola. L'uomo ha un bisogno primario di essere nutrito tanto di parole quanto di cibo per sopravvivere, sviluppare la sua creatività e vivere in armonia con l'ambiente. Il silenzio reattiva la crudeltà melanconica e la pulsione di distruzione.
Con questa mostra milanese, il gruppo MnemoArt si propone di evidenziare come il bimbo si struttura già prima della nascita tramite i colori e il gusto delle parole pronunciate dalla madre e dal cibo da lei ingerito. Sin dall'inizio, è la varietà dei colori e dei sapori delle sue parole che gli permette di pensare e, in seguito, di parlare e scrivere. Se si analizza quali siano le parole che vengono per prima a perdersi in una lingua che "muore", sono proprio quelle che denotano i colori. I sapori dei cibi dell'infanzia restano invece indelebili nei ricordi di ognuno di noi anche in chi subisce gli effetti di una malattia degenerativa. La vita è musica, gusto e colore delle parole".
Contributi: Pietro Andujar, Bice Benvenuto, Patrizia Crippa, Sophie Jabes, Irène Krassilchik, Laura Pigozzi, Maria Luisa Trevisan, Jemima Zeller.