IL GUSTO PROIBITO DELLO ZENZERO - Jamie Ford

Creato il 28 settembre 2012 da Lalettricerampante
Seattle. Nella cantina dell'hotel Panama il tempo pare essersi fermato: sono passati quarant'anni, ma tutto è rimasto come allora. Nonostante sia coperto di polvere, l'ombrellino di bambù brilla ancora, rosso e bianco, con il disegno di un pesce arancione. A Henry Lee basta vederlo aperto per ritrovarsi di nuovo nei primi anni Quaranta. L'America è in guerra ed è attraversata da un razzismo strisciante. Henry, giovane cinese, è solo un ragazzino ma conosce già da tempo l'odio e la violenza. Essere picchiato e insultato a scuola è la regola ormai, a parte quei pochi momenti fortunati in cui semplicemente viene ignorato. Ma un giorno Henry incontra due occhi simili ai suoi: lei è Keiko, capelli neri e frangetta sbarazzina, l'aria timida e smarrita. È giapponese e come lui ha conosciuto il peso di avere una pelle diversa. All'inizio la loro è una tenera amicizia, fatta di passeggiate nel parco, fughe da scuola, serate ad ascoltare jazz nei locali dove di nascosto si beve lo zenzero giamaicano. Ma, giorno dopo giorno, il loro legame si trasforma in qualcosa di molto più profondo. Un amore innocente e spensierato. Un amore impossibile. Perché l'ordine del governo è chiaro: i giapponesi dovranno essere internati e a Henry, come alle comunità cinesi e, del resto, agli americani, è assolutamente vietato avere rapporti con loro. Eppure i due ragazzini sono disposti a tutto, anche a sfidare i pregiudizi e le dure leggi del conflitto.
Se avete letto la recensione che ho scritto poco tempo fa su "Leggere Lolita a Teheran", saprete già che ci sono dei libri che hanno l'incredibile capacità di farmi sentire ignorante. Mi succede quando trattano, in forma più o meno romanzata, di situazioni o periodi storici di cui si parla troppo poco, di cui quasi si è persa la memoria, più o meno volutamente. E ogni volta che mi ritrovo a leggerne uno, una parte di me prova una profonda vergogna per quante poche cose davvero sa della vita e del mondo. Ma i libri servono anche a questo, a portarci in in un mondo che non conosciamo e a farcelo a poco a poco scoprire, per quanto triste e doloroso possa essere.
"Il gusto proibito dello zenzero" di Jamie Ford rientra per me in questa categoria. Un romanzo molto dolce, delicato che racconta uno degli episodi della storia americana tra i più vergognosi che però, con il tempo, è caduto nel dimenticatoio, ovvero la vita dei giapponesi negli USA ai tempi di Pearl Harbor e della seconda guerra mondiale. E per raccontarcelo sceglie lo sguardo neutro di due tredicenni, così da eliminare ogni giudizio politico diretto.  Henry Lee ha 13 anni, frequenta a Seattle una scuola per bianchi dove riceve un'educazione americana ed è costretto dal padre ad andare in giro con un distintivo che recita "Io sono cinese", perché possa essere distinto dai giapponesi. Questo non lo metterà al riparo dalle cattiverie e dalle umiliazioni che certi compagni gli infliggono. Un giorno, nella sua stessa scuola, comparirà una ragazza, Keiko. Lei è giapponese, solo d'origine in realtà perché nata in america, ma questo è sufficiente perché sia vittima anche lei di discriminazioni e umiliazioni. Tra i due nasce una forte amicizia, di quelle amicizie belle, intense e profonde che possono nascere solo a quell'età e che sono il preludio di un grande amore. La guerra però continua a imperversare e nella città vengono presi dei provvedimenti di "evacuazione" verso i giapponesi: sulla carta è un modo per proteggerli, in realtà vengono rinchiusi in dei campi di prigionia, sorvegliati da soldati. Anche Keiko e la sua famiglia saranno costretti ad andarsene, senza poter portare con loro quasi nulla. Abbandoneranno la maggior parte dei loro averi nello scantinato dell'hotel Panama. Henry però non riesce a lasciarla andare e, in contrasto aperto con in suoi genitori, decide prima di andarla a trovare e poi di instaurare con lei una corrispondenza infinita. Insomma, decide di aspettarla, perché la guerra prima o poi dovrà finire. Ma le regole e le tradizioni a volte possono essere più forti di un'amore.
La narrazione si divide in due periodi temporali diversi. Inizia con un Henry in pensione, che ha appena perso la moglie di cancro e che fatica a relazionarsi con il figlio. Un giorno, passando davanti all'hotel Panama, scoprirà che le cose nascoste tanti anni fa dai giapponesi in fuga sono ancora lì. Il secondo piano di narrazione è ambientato nel passato, negli anni della guerra, e racconta di quanto sia stata difficile per l'uomo la vita in famiglia, con un padre troppo legato alla tradizione, convinto di figlio,  racconta dell'amicizia di Henry con un saxofonista di colore e, soprattutto, racconta del suo incontro con Keiko e di tutto quello che è stato.
E' un libro molto dolce e molto toccante, che ti tiene incollato alle pagine e ti fa aprire gli occhi su una parte di storia di cui non si parla quasi mai. Una storia d'amore, certo, ma che nasconde molto di più e che non cade mai nella banalità (ok, forse solo un pochino alla fine). Mi ha commosso, tantissimo, al punto da avere le lacrime agli occhi, come non mi succedeva da un po'.
 E mi ha anche obbligato a pormi delle domande, più o meno profonde: sul senso di appartenenza a una nazione e a una cultura, su come si possa (ANCORA OGGI) classificare come straniere persone che hanno si origini lontane ma che sono nate e hanno vissuto sempre nello stesso posto. Ma anche su quanto profondo possa davvero essere un amore e su quanto sia difficile per chi ci circonda e ci ama accettarlo.
Ve lo consiglio caldamente!
Nota alla traduzione: ci sono parecchi calchi e qualche problema di editing. Da rivedere.
Titolo: Il gusto proibito dello zenzero
Autore: Jamie Ford
Traduttore: Laura Noulian
Pagine: 372
Anno di pubblicazione: 2010
Editore: Garzanti
ISBN:978-8811682356
Prezzo di copertina: 9,90 €
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