Il Kominform made in Staino, ovvero Bobo nell’anno del trapasso.

Creato il 13 agosto 2015 da Postik @postikitalia

Abbiamo grandi vecchi, veramente grandi, solo che loro non parlano, o meglio, viene data la parola e il risalto mediatico ad altri vecchi, quelli che di volta in volta possono esser sacrificati alla causa.

E’ il caso di Staino, storico vignettista e persona a modo che ultimamente ha scritto una lettera aperta – o quasi – su l’Unità a Gianni Cuperlo.

In talleri l’artista, che ha sempre lavorato a sinistra, dice al politico di sinistra che la sinistra di una volta non c’è più e che Renzi – il meno peggio vincente – ha in mano partito e paese, e per questo non va contestato; quindi, per il  bene di una sinistra che non c’è più conviene allinearsi.

Staino ha fatto bene, come ha sempre fatto bene a non dar fastidio più di tanto. La satira è notoriamente più cool a manca – e negli anni d’oro rappresentava un vero e proprio posto fisso -, poi Bobo non è palindromo, letto da destra non fa fico. Il disegnatore ha fatto però un po’ meno bene a cercare nella sua lettera paternità ideologiche e a tirare in ballo Alfredo Reichlin, allontanato proprio da l’Unità perché troppo a sinistra e vicino a Ingrao.

Non c’è che dire … una nemesi involontaria, una di quelle migliori. Una sorta di puntualissimo atto mancato.

Proprio quando la caricatura de L’Unità si ripresenta nelle edicole per dare al governo una parvenza riformista e con la direzione di un renziano dell’ultim’ora altrimenti disoccupato, Staino tira fuori il nome di Reichlin!

E’ vero, all’epoca la linea del segretario era legge, il partito era monolitico; ma c’era Togliatti non certo Renzi, e, soprattutto, esisteva un partito vero non certo quest’accozzaglia di opportunisti (molti dei quali inquisiti) pronti a cambiar bandiera appena gira il vento. Certo ci bazzicava anche un certo Napolitano, e da lì a poco sarebbe germogliato D’Alema, ma nulla è perfetto e solo nei ricordi si stava meglio quando si stava peggio.

Comunque riepiloghiamo: Staino ricorda a Cuperlo che la sinistra di una volta non c’è più, inoltre la storia contemporanea ci insegna che non esistono più i partiti tradizionali, ma questi fattori non impediscono al vignettista di intimare al politico narcolettico di allinearsi al Pd di Renzi come un militante del Pc degli anni 60’? Ora sì che regna il caos. Qualcosa non torna!

Sarà forse che Staino veleggia alla bisogna nel tempo con allegro opportunismo? Negli anni 70 girava roba veramente buona, dunque il narcoviaggio temporale è possibile; è una realtà … beh realtà per modo di dire!

Quindi se il renzismo fa “ritornare in mente” a Cuperlo e ad altri “dormienti” di essere di sinistra non va bene, ma è cosa buona e giusta aderirvi perché lo scout megalomane è vincente.

Non importa se a vincere è qualcuno di cui lo stesso Staino non si fida, un soggetto che non è stato eletto, uno che per governare si è alleato prima con Alfano e poi con Berlusconi, uno che intrallazza con Verdini e il cosentiniano D’Anna, un sedicente uomo di sinistra che ha cancellato ogni forma di tutela per i lavoratori e che ha demolito la scuola pubblica; tutto questo per Staino è secondario. Per lui queste sono quisquiglie … pinzillacchere. L’importante è essere compatti è obbedire! Altro che Pc degli anni d’oro, Staino è un insospettabile nostalgico del Kominform!, certo dal sapore un po’ acre di finocchiona andata a male, ma il puzzo di stantio sappiamo sopportalo. Lo abbiamo sempre fatto.

Ma su una cosa Staino ha perfettamente ragione: la sinistra italiana riesce a compattarsi e a fare muro solo in nome dell’ “Anti”. Prima era antiberlusconiana e ora è antirenziana, ma da tempo immemore è sterile di idee e di proposte valide. Non ha alternative serie e percorribili nei confronti dell’ evidente mediocrità ed inadeguatezza della nostra attuale classe dirigente. La sinistra é cronicamente senza idee e incapace di proporre e proporsi, e per questi motivi storicamente e socialmente colpevole e connivente. Forse Staino non ha notato ce anche la frangia dei ribelli – definizione tutt’altro che casuale – non fa altro che  alimentare lo stato delle cose.

In definitiva ciò che più amareggia non è certo lo sfogo di Staino, che è libero di pensarla come vuole, e neanche l’inutile risposta di Cuperlo, ma l’uso mediatico che se n’è fatto.

Usare le parole del vignettista per mandare messaggi intimidatori dal retrogusto moralisteggiante  ad una minoranza ribelle – e guarda caso proprio quando si gioca la partita sulla riforma del Senato che vede Renzi in difficoltà – è stata una mossa bieca, triste ed estremamente pavida; una nuova ipocrita e vergognosa vetta dell’asservimento mediatico nei confronti del potentucolo di turno da parte di una testata giornalistica oramai asservita e snaturata.

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fonte foto: Mauro Biani

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