Lungo i pendii che gli fan da corona, vi sono radure e boschi di latifoglie, dove è facile avvistare il daino; difatti, nel 1973, venne introdotto per il ripopolamento ed ora vi è una numerosa presenza di questo cervide.
Nel periodo degli amori, verso inizio autunno, nelle radure non è raro vedere questi stupendi animali in rituali combattimenti di corteggiamento. I branchi, composti principalmente di soli maschi e con palchi più o meno grandi in base all’età dell’animale, durante questo periodo si avvicinano alle femmine. Tra questi prevalgono solo gli esemplari adulti riconoscibili dall’allargamento delle corna (pala), perché sono gli unici in grado di combattere per il dominio delle femmine e del territorio; caratteristico e il suono che emettono (bramito). Alla fine della stagione amorosa, però, il maschio si allontana e rimangono solo le femmine con i piccoli.
La presenza del daino e di altri ungulati, in primis il cinghiale, è uno dei fattori che ha contribuito al ritorno spontaneo del lupo, migrato dall’appennino centro-meridionale.