I reflui depurati della città di Lecce verso a San Cataldo
A Lecce percorrendo la Strada Statale Lecce – San Cataldo dopo lo stadio tutti sappiamo che c’è l’impianto di depurazione di Ciccio Prete.
Parallelo alla strada provinciale Lecce - San Cataldo corre il collettore per lo scarico a mare delle acque che sono state depurate a Ciccio Prete, con accanto il canale di deflusso delle acque meteoriche della Città di Lecce .
Il tratto finale dei due canali paralleli sfocia a mare a San Cataldo di Vernole, in località San Giovanni.
Per smaltire i reflui depurati a Ciccio Prete la Città di Lecce ha realizzato negli anni tra il 2000 ed il 2002 - con fondi comunitari - una condotta sottomarina, con relativi impianti di pompaggio e spinta, per spingere i liquami a chilometri 2,700 dalla costa.
Con parte dello stesso finanziamento, si è realizzata la copertura dei canali collettori che da Cicco Prete portano le acque a San Cataldo, sino a San Giovanni di Vernole, posizionandovi sopra una soletta in cemento destinata a pista ciclabile.
I reflui depurati verso l’impianto di fitodepurazione “Càcari”
Negli anni 2004 – 2006 la Città di Lecce ha realizzato, col residuo del finanziamento comunitario, una nuova condotta ed un impianto di spinta per convogliare dal collettore principale, in apposita derivazione, una parte dei reflui provenienti da Ciccio Prete in località “Càcari” in territorio di Vernole, a ridosso de “Le Cesine” dove è stato costruito un ulteriore impianto di depurazione - a ridosso della struttura ricettiva “Santi Cuti” e dell’impianto sportivo “Acaya Golf Club” - per l’affinamento di una parte di quegli stessi reflui col sistema di fitodepurazione, rimanendo invariato il recapito finale della maggior parte dei reflui, canalizzati e spinti in mare, sott’acqua, a distanza dalla costa.
Quando c’è la pioggia torrenziale nel mare di San Cataldo materiale scuro
Ma nonostante tutto questo in caso di piogge torrenziali si verificano sversamenti in mare di liquami che presentano in sospensione materiale scuro, che determina grande preoccupazione
Ma cos’è questo materiale scuro?
Sul Giornale "Il nuovo Quotidiano" di Giovedì, 26 maggio 2011 si afferma che seppure il sistema di depurazione della Città di Lecce funziona regolarmente in caso di piogge abbondanti la condotta delle acque bianche (che come abbiamo visto corre parallela a quella del depuratore) trabocca.
Sempre secondo questo articolo il flusso della condotta delle acque bianche crea un vortice all'uscita della galleria sollevando la sabbia e le alghe dal fondo marino che determina il colore scuro dell'acqua.
Il riuso per l’irrigazione delle acque reflue della Città di Lecce
In questi mesi si è discusso a Bari e a Lecce di questo problema e si sta procedendo ad attivare l’affinamento delle acque reflue della città di Lecce per il riuso
In primo luogo queste acque saranno utilizzate per l’irrigazione dei 2mila ettari dell’Impianto irriguo “IDUME” gestito dal Consorzio di Bonifica “Ugento e li Foggi”
Ma quanta acqua sarà destinata all’agricoltura?
Se tutti i coltivatori irrigheranno nei mesi di giugno luglio e agosto si consumeranno 600mila metri cubi al mese.
Ma quanta acqua produce l’impianto di Ciccio Prete?
I tecnici dell’acquedotto pugliese sostengono che si producono 250 litri al secondo di acqua che corrispondono a 648mila metri cubi al mese
Il bilancio idrico
IL bilancio idrico e' utilizzato nella programmazione e gestione delle risorse idriche per scopi irrigui. Consiste nella differenza della riserva idrica dell'impianto di irrigazione misurando le voci in entrata (apporti idrici al netto delle perdite) e quelle in uscita per l'irrigazione. C’è la produzione di 600mila metri cubi di acqua e il consumo di 648mila metri cubi di acqua.
Con un deficit di 48mila metri cubi che può essere coperto dagli apporti della sorgente Idume.
C’è bisogno di fornire l’acqua gratis ai proprietari del Paesaggio Agrario di Lecce
Insomma se si attua una politica di incentivazione (dando l’acqua gratis) allo scopo di vincere le resistenze degli agricoltori ad utilizzare i reflui, tutto il refluo depurato e affinato della Città di Lecce sarà utilizzato per l’agricoltura
In estate a San Cataldo di Lecce non ci sarà più nemmeno una goccia di refluo in mare!
E l’acqua prodotta nei 9 mesi restanti perché deve andare buttata a mare?
Perché buttare a mare quasi 6 milioni di metri cubi di acqua che può essere riusata?
Il lago Alimini Grande
Nel Salento leccese nei pressi della città di Otranto c’è il lago Alimini Grande che presenta un asse maggiore di 2860m ed un asse minore di 1540m alla linea di foce; in condizioni medie di marea il lago risulta avere un perimetro di 9530m, con un indice di sinuosità pari a 2.293, ed un'area di 137.5 ettari.
Il Lago di Lecce
I sei milioni di metri cubi di acqua che si producono in autunno, inverno e primavera possono essere la risorsa che creerebbe un lago. Il Lago di Lecce avrebbe le stesse dimensioni del Lago Alimini Grande e nemmeno una goccia d’acqua finirebbe in mare
Tutto il mondo saprebbe che le marine della Città d’Arte del Barocco sono l’ambiente naturale incontaminato nel quale fare il bagno stando in acqua per tutta l’estate
di Antonio Bruno, Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).