L’estate sta arrivando. Due sono i segni inequivocabili: il caldo, e il bombardamento dei lati B. Da qualche tempo il lato B ha invaso la nostra vita e, a naso, penso che resterà con noi per sempre. L’irrompere irresistibile del lato B nella vita pubblica non è casuale. Esso costituisce sicuramente una prova importante e delicata per il senso estetico di qualsiasi uomo. Lo si capisce anche dalla mancanza di equilibrio, di sangue freddo e di serenità generalmente esibita dai media nell’affrontare il cimento. Notate, infatti, come i lati B si dividano sempre, misteriosamente, in due e solo due tipi: quello da urlo, e quello cadente. Quello già piatto non può cadere e quindi non suscita interesse. E così succede che spesso alla stessa signora o signorina vengano attribuiti lati B di entrambi i tipi: a volte a distanza di pochi mesi, a volte allo stesso tempo. Nel secondo caso, immancabilmente, per la gazzetta X il culo è da urlo, per la gazzetta Y il culo sta clamorosamente crollando. Io penso che questo non sia serio. Io stimo che sia ormai tempo che il popolo e i giornalisti italiani dimostrino più maturità, più equilibrio, più serietà davanti al culo. Si giudichi dunque il culo per quello che è, pur conservando ciascuno le sue preferenze particolari per i culoni o i culetti. Voglio dire: se proprio vogliamo parlare di culo, parliamone con gusto, con finezza, con serena proprietà, e direi pure con senso artistico; con il tutto il rispetto, insomma, che questa parte così espressiva del corpo umano merita. I romanzieri dell’ottocento scrissero meravigliosamente su caviglie, braccia e spalle. Il novecento scoprì gambe, cosce, fianchi e seni nudi. E oggi riusciamo a parlare, quando vogliamo, con naturalezza di tutti questi bei quarti di femmina. Il secolo XXI è invece quello del culo, non c’è alcun dubbio. Ma il linguaggio non vi si è ancora adeguato. Oggi, in genere, le descrizioni del culo sono apocalittiche, entusiastiche, oppure, quando sono crude e perfide, sembrano stese da un medico legale. Cosa significa? Significa che in realtà il lato B per noi è ancora una pietra d’inciampo. E cosa manca? Manca la naturalezza della maturità. Diamoci dentro, quindi. Le qualità estetiche di ogni culo meritano di essere dibattute con grazia e spontaneità: anche quando questo culo non è portentoso, anche quando somiglia, per parafrasare De Gregori, al crollo di una diga.
[pubblicato su Giornalettismo.com]
Filed under: Rubrica Giornalettismo Tagged: Lato B