Il lato scandaloso del Weekend Market di Bangkok...

Creato il 19 novembre 2015 da Italianoabangkok @BeingAndrea

Il lato scandaloso del Weekend Market di Bangkok…

perché anche gli animali hanno diritto a una vita dignitosa !

Camaleonte velato in vendita a Chatuchak

Ho sempre evitato di scriverne. Ho sempre cercato di non vedere. Ho sempre sperato che le cose sarebbero migliorate. Ho sempre avuto la triste consapevolezza che parlarne non sarebbe servito a nulla. Credo però sia arrivato il momento di confidarvi quello che davvero penso di una parte meno conosciuta del famosissimo “Weekend Market di Bangkok, più come sfogo personale che altro.

Di ’Chatuchak’ ne ho già parlato più volte e se sperate di trovare qui informazioni pratiche evitate pure di proseguite nella lettura. Quelle le potete leggere qui che fate prima e vi evitate il "sermone” su quanto sia triste e disgustosa la “sezione animali” di questo immenso mercato, dove ogni fine settimana migliaia di persone si riversano fra le bancarelle dove è possibile comprare ogni “ben di Dio”.


Piantina del Chatuchak Market di Bangkok

Domenica ho accompagnato un'amica a visitare quello che vanta appunto di essere il più grande mercato della Thailandia e del sudest asiatico nonché il più grande mercato all'aperto nel fine settimana di tutto il mondo! Lei non viaggia sola… è accompagnata dal marito e dal loro splendido bambino - che lei giustamente chiama “Piccolo Viaggiatore” (ma questa è un'altra storia e ci tornerò presto, promesso). Ed è proprio per assecondare la curiosità di questo piccolo viaggiatore che ho pensato ad un certo punto che sarebbe stata una bella idea fuggire dalla ressa dei turisti per addentrarci nella sezione dedicata agli animali. In fondo, credo siano pochi i bambini a cui non piace andare ad esplorare un posto pieno di animali, no?

E così ci siamo diretti in quella parte del mercato che sulla piantina qui sopra è in marrone, sulla sinistra della sezione numero 7 dedicata all'arte.

Siamo abituati a vedere i pesci in acquario, forse meno a vederli in buste di plastica ammucchiate per strada. Decisamente un impatto soft rispetto a quello che si cela dietro la prima fila di negozi specializzati in acquari d'acqua dolce e salata. In questa parte fra rane, gamberetti, grilli e pesci di tutti i tipi, tutto sommato ho sempre sentito meno forte il senso d'inadeguatezza per come gli animali vengono trattati - che se solo fossero considerati merce da vendere sono certo godrebbero di maggiori attenzioni.

Le prime volte che venni qui non era inusuale essere “abbordati” da loschi figuri che in un inglese approssimativo offrivano ai turisti cuccioli di tigre o di elefante; più volte mi sono ritrovato davanti al ring dove venivano organizzati combattimenti di galli con tanto di scommesse illegali. Il fatto che quel ring sia stato chiuso e che piano piano il commercio di certi animali fosse andato riducendosi (e sappiamo bene tutti che non è completamente finito) mi aveva fatto pensare che le cose stessero cambiando. In fondo sono un ottimista di natura.

In realtà, cambiano i tempi e con essi le mode.

Se un tempo possedere una tigre aveva per certa gente un suo perché e, nel rispetto della legge di mercato di domanda/offerta, era possibile acquistarne, oggi i tailandesi preferiscono andare a passeggio con un petauro dello zucchero (marsupiale che dovrebbe vivere nelle foreste della Nuova GUinea, dell'Indonesia e dell'Australia ma che oggi è allevato come fosse un criceto) o avere in giardino un procione o in camera da letto un uistitì pigmeo, la più piccola scimmia originaria del Sud America.

Impossibile non cercare di scattare qualche foto nonostante i cartelli con cui “vietano” di farne e nonostante molti commercianti diventino aggressivi se vedono cellulari a caccia d immagini. Cristina, quella di crinviaggio tanto per intenderci - che ringrazio per le immagini qui sotto - ha rischiato in più di un’occasione pur di riuscire ad immortalare le condizioni pietose in cui sono tenuti così tanti animali. E in tante occasioni non siamo proprio riusciti.

Vedere delle volpi rosse in gabbia (gabbie per di più di dimensioni ridicole dove neppure riescono a mettersi in piedi) o procioni obesi leccarsi in modo compulsivo le zampe o gufi legati alla zampa con ridicoli fiocchetti rosa sulla testa mi ha fatto capire che le cose non sono migliorate ma semplicemente cambiate. Sono cambiati gli animali in venfita ma non il modo con cui vengono trattati e considerati.
Mahatma Gandhi, tanto per citare qualcuno che ha avuto molto da insegnare al mondo sul rispetto, diceva che “la grandezza e il progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”: non credo sia compito mio dare spiegazioni. Condanno però un sistema, non me ne vogliano quelli che nella Thailandia vedono solo cose belle, che fa acqua da tutte le parti. Dietro di me ad un certo punto c'era un poliziotto, possibile che non abbia visto che venivano venduti animali il cui commercio è vietato? Un anno fa veniva approvata la prima legge in Thailandia a tutela degli animali con la quale sono state istituite sanzioni per le persone che trascurino, torturino o non si prendano adeguatamente cura degli animali in loro possesso ( The 2014 Prevention of Animal Cruelty and Provision of Animal Welfare Act). Eppure nulla è realmente cambiato.

piccolo viaggiatore

Spetta a noi iniziare a fare qualcosa! Boicottare, denunciare, non alimentare questo commercio sono cose che si danno per scontate eppure non lo sono.

Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta gli animali.
Immanuel Kant