Per un elenco dettagliato delle attività che possono essere svolte da un dottore commercialista vi invitiamo a consultare la normativa contenuta nel Decreto Legislativo numero 139 del 28 giugno 2005.
In questa sede analizzeremo le attività più comuni svolte dai commercialisti.
Il dottore commercialista si occupa della tenuta della contabilità, della predisposizione del bilancio di esercizio e della redazione dei libri contabili previsti dalla normativa civilistica e fiscale (variabili a seconda del regime adottato dall’imprenditore e dal professionista cliente), e della tenuta del libro unico del lavoro quando richiesto. Il commercialista si occupa inoltre della redazione delle dichiarazioni fiscali, della trasmissione telematica delle dichiarazioni elaborate agli enti interessati, nonchè di tutti gli altri adempimeni fiscali modello Unico o 730 (a titolo di esempio, invio telematico delle deleghe di pagamento F24, deposito del bilancio, compilazione e invio dei modelli Black List, Intra, operazioni rilevanti ai fini Iva, e così via).
Il commercialista puà anche occuparsi di revisione contabile o controllo contabile, purchè abbia compiuto il tirocinio da un commercialista a sua volta in possesso del titolo di revisore. Il dottore commercialista può redarre le dichiarazioni fiscali dei clienti non titolari di partita Iva (730, Unico Persone Fisiche, Red) e fornire consulenza sul pagamento dei tributi locali e su ogni altro aspetto riguardante gli obblighi fiscali. Su incarico dell’autorità giudiziaria, il commercialista può occuparsi di perizie e consulenze tecniche d’ufficio (cosiddette CTU) o di parte (cosidette CTP), in virtù delle sue competenze nelle materie contabili, economiche e giuridiche (previa iscrizione all’albo dei consultenti tecnici).
Tutte le attività sopraelencate possono essere svolte anche dagli esperti contabili, professione a cui si accede attraverso un percorso meno impegnativo (per accedere al tirocinio, della stessa durata, è sufficiente una laurea triennale in economia) cosa che ritengo non sia giusta nei confronti di chi come me ha dovuto sudare qualche annetto in più per arrivare all’ambito titolo. Ma sono consapevole che l’iter, rispetto a quello europeo, era molto lungo ed il professionista italiano rischiava di perdere competitività anche perchè, non so se lo sapete, la figura del dottore commercialista all’estero non esiste nemmeno. Al più si fa riferimento ad esperto tributario altrimenti si definiscono legali e basta.
Oltre alle attività sopraelencate il dottore commercialista può svolgere in via esclusiva altre attività, che esamineremo di seguito nel dettaglio.
Il commercialista può assistere il proprio cliente in tutte le fasi del contenzioso tributario dinnanzi alle commissioni tributarie e, al pari di avvocati e consulenti del lavoro, può assistere e rappresentare il cliente davanti alle commissioni tributarie provinciali (primo grado di giudizio) e regionali (secondo grado), mentre il ricorso in Cassazione può essere presentato esclusivamente da un avvocato.
Il commercialista può essere nominato dal tribunale competente curatore, commissario giudiziale e commissario liquidatore nelle procedure concorsuali e ricoprire la carica di sindaco nelle società di capitali. Il commercialista può anche asseverare i business plan di aziende che richiedono finanziamenti pubblici e occuparsi di bilanci sociali (intesi come certificazioni delle metodologie utilizzate dal cliente nella gestione del personale e nei rapporti con l’ambiente).
Come si diventa dottore commercialista: il percorso formativo
Il primo requisito necessario per diventare dottore commercialista è il conseguimento di una laurea magistrale (di secondo livello) in Scienze dell’Economia (classe 64/S) o Scienze economico aziendali (classe 84/S). Dopo il conseguimento della laurea suddetta è necessario un periodo di tirocinio non inferiore ai 18 mesi, effettuato presso lo studio di un dottore commercialista iscritto all’Albo da almeno 5 anni. Per concludere positivamente il periodo di tirocinio, il tirocinante è tenuto a frequentare con assiduità lo studio del professionista e a partecipare ai seminari professionalizzanti organizzati dall’Ordine locale dei commercialisti.
L’esame di stato da Commercialista
Dopo aver concluso il periodo di tirocinio, l’aspirante dottore commercialista puà partecipare all’esame di stato, che consiste in 3 prove scritte e una prova orale in cui vengono accertate le conoscenze del candidato nelle principali materie oggetto della professione, tra cui ragioneria generale e applicata, tecnica professionale, diritto commerciale e tributario. Vi dico che l’esame è tosto, molto, e le materie da sapere sono svariate, anche se devo dire i temi vertono molto spesso sulle operazioni straordinarie, i controlli del collegio sindacale, le perizie valutative d’azienda ed il contenzioso tributario. Questo giusto per darvi qualche dritta che potrebbe esservi utile in sede di esame. ;-)
Se devo essere sincero comunque l’esame l’ho passato soprattutto perchè all’università ho avuto una brava professoressa che mi aveva fatto studiare molto bene i metodi per valutare l’enterprise value aziendale, cosa che inaspettatamente mi è tornata utilissima nello scritto.
L’abilitazione
Una volta superato l’esame di stato il candidato ottiene l’abilitazione professionale e può iscriversi all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Per iniziare l’attività di dottore commercialista è necessaria l’apertura della partita IVA e l’iscrizione alla Cassa Nazionale di Previdenza dei Dottori Commercialisti. In virtù della complessità della professione di commercialista, il professionista è obbligato a sottoscrivere una polizza assicurativa a copertura di eventuali danni causati dalla sua attività. Il costo nella quasti totalità dei massimali è inferiore ai mille euro e le convenzioni tra le compagnie assicurazioni ed i singoli Ordini potranno confermare quanto visto dicendo.