Il Lazzarillo de Tormes. E poi? Tutto ad 1€

Da Chiara Lorenzetti

“Ritengo giusto, io, che cose di tanta importanza, e magari mai viste né udite, giungano alla conoscenza di molti e non rimangano sepolte nella tomba dell’oblio, poiché può darsi che qualcuno, leggendole, trovi qualcosa di suo gusto, e che dilettino chi non approfondisca troppo. A questo proposito Plinio dice che “non c’è libro, per cattivo che sia, che non abbia in sé qualcosa di buono”; soprattutto se si considera che non tutti i gusti sono uguali, e ciò che a uno non piace può sembrare prelibato a qualcun altro; così vediamo che cose disprezzate da alcuni non lo sono affatto da altri. Da ciò deriva che nulla dovrebbe essere buttato via o lasciato andare in rovina, a meno che non fosse assolutamente detestabile, ma anzi dovrebbe essere comunicato a tutti, specialmente qualora non fosse di alcun pericolo e, al contrario, se ne potesse trarre un qualche frutto. Se non fosse così, infatti, ben pochi scriverebbero solamente per uno, perché non lo si fa senza fatica, e quelli che lo fanno vogliono essere compensati, non con denaro, ma con la speranza che le loro opere siano conosciute e lette e, se lo meritano, lodate. E a questo proposito Tullio dice: “La gloria dà vita alle arti”.

   Chi mai pensa che il soldato in testa all’assalto delle mura sia quello che maggiormente odia la vita? No, certo, è la brama di elogi che lo spinge ad esporsi al rischio; ed è questo ciò che succede nelle arti e nelle lettere. Predica assai bene il giovane teologo, ed è uomo che desidera molto il giovamento delle anime; ma chiedete al molto reverendo se si dispiace quando gli dicono: “Oh, reverendo, che magnifica predica!”. Aveva corso malissimo alla giostra l’eccellente signor Tizio, e ha regalato una sua camicia al giullare che lo elogiava per aver dato così bene di lancia: che avrebbe mai fatto se fosse stata la verità?

   E tutto funziona nello stesso modo; così, pur confessando di non essere più bravo dei miei concittadini, non mi dispiacerà che queste mie bagattelle, che scrivo con stile tanto grossolano, vengano a conoscenza di tutti coloro che possano trovarci un qualche motivo di piacere o di divertimento, vedendo come un uomo possa vivere pur tra tante disgrazie, pericoli e avversità.

   Supplico Vostra Signoria di accettare l’umile omaggio dalla mano di chi ne offrirebbe uno assai più ricco se le sue possibilità fossero pari al suo desiderio. E poiché Vostra Signoria scrive che le si scriva ed esponga il caso con tutti i dettagli, mi è sembrato corretto trattarlo non dalla metà, ma dall’inizio, affinché si abbia un’idea esauriente della mia persona; e anche perché coloro che hanno ricevuto in eredità nobili natali vedano quanta poca considerazione sia loro dovuta, perché la Fortuna è stata parziale con loro, e quanto più abbiano fatto coloro che, avendola avversa, remando con forza e destrezza, sono arrivati felicemente in porto.”

IL LAZZARILLO DE TORMES di Anonimo ( 1550 circa) Spagna

Quanti libri nelle librerie! Quanti negli scantinati!
Siete mai stati nei mercatini di libri usati? Ad un solo 1€ si trova di tutto, dai classici ai romanzi rosa, fantasy, saggistica, horror, fantascienza, psicologia, giardinaggio, poesia: tutto ad 1€.
Libri bellissimi, di fama mondiale, vicino ai peggior romanzetti; appoggiati al bancone, nelle loro rilegature, sono tutti uguali, la carta leggermente ingiallita, alcuni libri comperati e mai letti, altri usati, segnati, segnalibri, santini, dediche, appunti, vita.
Vale la pena davvero come dice l’anonimo scrittore del Lazzarillo de Tormes, citando Plinio,  di leggere tutto perché anche nelle cose brutte qualcosa di bello si può trovare? È vero che ognuno ha i suoi gusti, che ciò che è bello per me può essere disgustoso per te, ma la scrittura non ha un bello assoluto?

Oggi inizio la lettura del Lazzarillo des Tormes, poi torno a dirvi.

Chiara