Il leggendario ordine dei Rosa Croce

Da Cristina2012

I Rosa Croce sono un leggendario ordine segreto, che sarebbe nato nel XV secolo e la cui conoscenza venne diffusa nel XVII secolo.Il simbolo dell’ordine è una croce con al centro una sola rosa rossa. Il termine designa uno stato spirituale che corrisponde ad una conoscenza d’ordine cosmologico, che può avere rapporti con l’ermetismo cristiano: il concetto centrale è doppiamente indicato dalla Croce e dal cuore, mentre le gocce di sangue che cadono dalla piaga aperta nel costato di Gesù Cristo si dispongono a forma di rosa.

Esistono anche altre interpretazioni del simbolo, che si riferiscono all’evoluzione spirituale dell’uomo: la Croce ne rappresenta il corpo fisico e la rosa la personalità psichica e mentale in sviluppo, come la rosa che si apre lentamente alla luce. Altri simboli rosacrociani sono il pellicano e il giglio.
Riguardo ai numeri, la simbologia dei Rosacroce fa riferimento soprattutto al 3, al 4, al 7, al 10 e al 12.

Dell’ Ordine segreto dei Rosa Croce si cominciò a parlare in Germania agli inizi del 17° sec. in relazione alle romanzesche avventure di un certo Christian Rosenkreuz , vissuto nel 15° sec., che sarebbe stato iniziato in Oriente a tutti i misteri e avrebbe progettato una riforma del mondo; l’opera di Rosenkreuz sarebbe stata continuata dai suoi discepoli (i R.), che si vantavano di possedere tutti i segreti della natura.

Questo si narrava nell’anonimo scritto Fama fraternitatis Rosae Crucis (1614); nel 1615 uscì a Francoforte un altro scritto, la Confessio fraternitatis, in cui si annunciava il ritorno imminente della luce perduta dagli uomini a causa del peccato di Adamo; l’anno successivo a Strasburgo fu pubblicato il celebre Chymische Hochzeit Christian Rosen­kreuz («Le nozze alchemiche di Cristiano R.») di J.V. Andreae.

A questi scritti ‘ufficiali’ si aggiunse una serie di manifesti anonimi apparsi sui muri di Parigi nel 1622. Si andò così diffondendo una letteratura mistica e teosofica che si rifaceva ai R., mentre si moltiplicavano le conventicole che se ne dichiaravano prosecutrici e si dedicavano a ricerche magico-alchimistiche riprendendo temi e testi della tradizione magica ed ermetica rinascimentale.

Invisibili, come da sé stessi si dicevano ma strumenti predestinati d’un generale rinnovamento del mondo, i Rosacroce pretendevano di conoscere l’avvenire, fabbricare i metalli preziosi, guarire gli ammalati incurabili e perfino di risuscitare i morti. Questo e altro si trova in un’opera anonima, apparsa a Cassel nel 1614, in cui alla traduzione di una parte dei Ragguagli di Parnaso (cent. I, 77) di T. Boccalini fa seguito la Fama fraternitatis Rosae Crucis, attribuita al teologo luterano Giovanni Valentino Andreae.

Il libro suscitò vivissima curiosità e diede motivo a parecchi altri scritti anche di carattere polemico, ma poi il rumore si spense e molti credettero anzi che i Rosacroce non fossero mai esistiti.

Tuttavia, nel sec. XVII, il loro nome corse qua e là anche nella Francia, nella Spagna e in Italia, specialmente a Mantova e a Venezia. Nell’Inghilterra ne accettò la teosofia il celebre medico Roberto Fludd (1574-1637). Nel sec. XVIII, nella Germania meridionale, si costituirono, col nome di Rosacroce, alcune associazioni che reclutavano i loro membri negli alti gradi della massoneria, e Rosacroce si dissero poi molti, p. es., il Cagliostro, che, nell’oscuro mondo delle logge, alla vigilia della rivoluzione, vantavano il possesso d’una verità superiore alla comune dottrina dei fratelli.

In Inghilterra, nel 1838, una Societas Rosicruciana fu stabilita dal romanziere E. G. Bulwer Lytton (1803-1873) sulla base e con la liturgia dei Rosacroce tedeschi del secolo innanzi.

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