Il lettore è un conservatore

Da Marcofre

Oggi ti chiedo di leggere il post Resistenza al cambiamento di Francesco Gavello.

Fatto? Molto bene e adesso ti domanderai:

“Che cosa diavolo c’entra con il libro? Tu non sei quello che parla di libri?” 

Ci provo a parlarne, ma coi libri quel post ha un sacco di punti in comune.

Il tuo libro, il mio libro, è un prodotto. E il lettore non ha bisogno di un altro prodotto, così, d’un tratto, per simpatia.
O perché glielo comunichi con un comunicato stampa o, più probabilmente, con un semplice post.

Parliamoci chiaro: se dai un’occhiata alla mia libreria su Anobii scopri che io ho letto, e possiedo, centinaia di libri. E chissà quanti ne leggerò ancora…

Già adesso ci sono migliaia di ottimi libri, con alle spalle un nome, un’industria (editoriale) di tutto rispetto. Mentre tu e io al momento siamo solo scenografia. Rumore di fondo.
Questo accade perché quei libri hanno la forza del marchio, del brand, esatto.

Ecco perché vendi quelle poche copie, e poi… Nessuno si ricorda più di te. Nessuno vuole più avere a che fare con te, e non perché sei antipatico, o “essi” sono cattivi. Perché è così. Perché puoi aver scritto un grande romanzo ma è così.


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