“Il libro bianco” di Silvia Borando, Lorenzo Clerici e Elisabetta Pica, Minibombo

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

Inizio questo articolo di oggi con un caloroso benvenuto ad una nuova casa editrice specializzata in libri per bambini: la neonata Minibombo di Reggio Emilia.

Il progetto editoriale è chiaro: libri dedicati ai più piccini, con illustrazioni nette, dai colori puri e le forme semplici, con testi basilari o addirittura assenti, con costante attenzione alla cura dei dettagli e alla forma grafica.
Inoltre le editrici della Minibombo hanno l’intenzione di andare oltre il concetto classico del libro spaziando in tutte le direzioni che da esso prendono origine: gioco, attività (ad ogni albo si associa un mini sito on line “con suggerimenti su come prolungare l’esperienza di lettura, spunti che invitano alla manualità e all’interazione, trasformando il libro in uno stimolo per inventare, disegnare e giocare”) ma anche le tanto attuali – e tanto discusse e dibattute – applicazioni per smartphone o tablet.

Al momento sono due gli albi a loro marchio già presenti in libreria: “Chi mi ha rubato il naso” di Lorenzo Clerici e “Il libro bianco” di Silvia Borando, Lorenzo Clerici e Elisabetta Pica.

Ed è proprio quest’ultimo che sono qui a raccontarvi, essendo rimasta deliziata dalla sua semplicità, dal candore e, insieme, dal significativo inno alla creatività infantile di cui si fa portavoce.

Innanzitutto è bene che si sappia che il libro non contiene parola alcuna, e di alcuna parola ha bisogno poiché la narrazione, pur senza l’ausilio di un testo, risulta essere chiara, definita, compiuta e perfino risolta in un tenero e dolcissimo finale.
Indubbiamente un buon esempio di “wordless book”, perfetto anche per la fruizione in autonomia da parte di bambini piccoli che possono essere in grado, osservando la successione delle tavole, di comprendere ed apprezzare il racconto.

Un bimbo stilizzato, disegnato con pochi ed essenziali tratti in carboncino, apre l’albo, su una doppia pagina bianca, con un’espressione assorta e, in mano, ben saldo un grosso rullo, di quelli che normalmente si usano per dare la tinta alle pareti.

Ed è proprio quello che il piccolo – già più sorridente al voltar facciata – si accinge a fare.
Uno squillante color fucsia comincia, al passar del rullo, a riempire il foglio…
Ma – attenzione! – dalla pittura sbucano, in bianco, i contorni di una fila di uccellini, composti ed ordinati..

E – voilà – sfogliando ancora ci si accorge che là dove termina il colore i pennuti, ora – come in un negativo fotografico – tinteggiati di rosa acceso, prendono il volo.

Ah! A me vien spontaneo un sospiro di libertà, accompagnato da un incantato sorriso.

Ma andiamo avanti: il gioco continua.
E’ la volta di un azzurro intenso che suggerisce scenari marini.
Infatti sono i pesci, stavolta, a delinearsi sullo sfondo verniciato. Guizzanti pesciolini che, una volta usciti dal blu, e acquisito lo stesso,  si tuffano con piccoli schizzi.

Il nostro amico pittore è perplesso ma non si perde d’animo: girando le pagine lo troviamo alle prese con un dinosauro su sfondo verde – che una volta liberato spalanca minaccioso le fauci -, con un mastodontico elefante grigio, con una giraffa gialla che è talmente alta da non starci, nel foglio – ed è pure parecchio impertinente – , con un formichiere viola…

Fino all’ultima tavola, di color arancio, nella quale prende vita un simpatico e vivace cagnolino.
E sull’abbraccio – imminente e immaginato – tra cane e bambino si chiude la storia, lasciando nel lettore, grande o piccolo che sia, un buona dose di allegria e di dolcezza.

L’albo, quasi a far contrasto con la sua essenzialità di forma, è ricco nei contenuti e negli spunti che offre.

Prima di tutto è una storia che può essere raccontata al bambino, arricchendola di particolari, giocando sui tanti suggerimenti che le scene rappresentate generosamente forniscono.
Un racconto che può farsi sempre nuovo, che può coinvolgere il piccolo ascoltatore rendendolo co-narratore e invitandolo così all’esercizio della fantasia.

Ma anche un libro che può essere sfogliato in autonomia; pagine che il bimbo, nei suoi momenti solitari e indipendenti, può ripercorrere e che, grazie alla loro semplicità, possono essere comprese, interpretate e apprezzate senza la mediazione adulta.

Può diventare uno strumento per imparare i colori, per esercitare il linguaggio, per riconoscere e nominare gli animali, può essere di stimolo per disegnare, giocare con nuove forme e nuove immagini…

Ma soprattutto, a mio parere, si fa portatore di un prezioso messaggio – che qui diventa metafora e suggestione, anche poetica – sul potere sconfinato e grandioso dell’immaginazione, del gioco e della creazione infantile.
Che rende vivo ciò che è inanimato, libero ciò che è prigioniero, imprevedibile ciò che pare scontato, colorato e acceso ciò che è bianco e piatto.

Al libro è associato una App, dallo stesso titolo, disponibile e scaricabile su App Store.

(età consigliata: da 18 mesi)

Se il libro ti piace, compralo qui: Il libro bianco



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :