“Il libro dei nonsense” – Edward Lear

Creato il 01 giugno 2012 da Temperamente

La parola crea la poesia, anche là dove, apparentemente, non c’è un significato. Nello spazio bianco del foglio, la poesia fa incontrare suoni e immagini, dando origine a significati nuovi e diversi.

Abbiamo già accennato a come un ‘non sense’ possa avere un suo ‘sense’: la capacità di fare accostamenti e collegamenti impensati, dai quali possono scaturire idee inedite, è la base della creatività. La parola è fatta di significante (la forma) e significato (il contenuto) e anche quando il significato sembra venire meno, il significante veicola, con la sua musicalità e con il suo potere evocativo, un messaggio di qualche tipo.

Questa volta parliamo di un re del gioco di parole: Edwar Lear, pittore londinese dell’Ottocento, maestro di disegno della regina Vittoria e famoso autore di limericks. Di cosa si tratta? I limericks sono brevi testi poetici di cinque versi rimati a schema fisso, giochi di parole dal significato insolito e straniante. Vediamone alcuni:

C’era un vecchio di Scorzè

che educava i gufetti a bere il tè;

“Mangiar topi – diceva – è una cosa

punto bella e per niente decorosa”,

quell’amabile vecchio di Scorzè.

C’era una signorina di Lodi

di cui tutti cantavan le lodi;

si dedicava insieme all’arpa

e alla pesca della carpa,

quella compita signorina di Lodi.

Naturalmente, nel caso di Edward Lear si tratta di testi che leggiamo grazie a un lavoro di traduzione molto complesso, che riesce però a trasmettere in italiano il ritmo e l’eccezionalità dell’originale. Abbiamo anche limericks “nostrani”, come quelli di Gianni Rodari:

Un signore molto piccolo di Como,

una volta salì in cima al Duomo.

E quando fu in cima

era alto come prima

quel signore tanto piccolo di Como.

Infine, per salutarvi, vi dedico un limerick tutto temperato. Cimentatevi anche voi, se vi va, ricordando: schema AABBA e versi di uguale misura. Licenze poetiche: concesse!

Buon divertimento!

La temperina di Temperamente

recensiva così alacremente

che scrivendo cascò dallo sgabello

e le volò via pure il cappello.

Sbadata temperina temperante!

Lara Cappellaro

Edward Lear, Il libro dei nonsense, Einaudi, ET Classici, traduzione di Carlo Izzo, con illustrazioni dell’autore.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :