Questo libro nasce da una lunga intervista al più conosciuto dei cantori tradizionali salentini: Uccio Aloisi. È suo il racconto (trascritto in dialetto e tradotto in italiano) che tocca i temi del lavoro, della musica, della lotta per una vita migliore… Il doppio CD allegato al libro consente di ascoltarne la voce che, con incredibile forza affabulatoria, ci trasporta attraverso gioie e dolori, racconti, storie, canti e musica. I canti: per Uccio è impossibile raccontare senza scandire la narrazione cantando. Ecco allora gli stornelli, mara l'acqua, la pizzica degli Ucci, Uccia canaja, Santa Cesaria, Lu Santu Lazzaru…
Tutti brani che fanno parte del vastissimo repertorio che Uccio, insieme agli altri Ucci (fra cui lo scomparso Uccio Bandello) ha reso noto a tutti gli appassionati musica tradizionale del Salento. Dalla prefazione di Alessandro Portelli: «È con l’arrivo della scrittura, della scuola, che il mondo si divide fra istruiti e "ignoranti". Uccio Aloisi è un esempio straordinario di resistenza a questa spartizione: non è istruito, ma è sapiente lo stesso. All’esclusione e allo stigma che dovrebbe comportare l’analfabetismo risponde con il sapere di una cultura orale – la lingua, i suoni, i canti, le feste, i riti; ma anche il lavoro con le sue tecniche, e la memoria storica (le occupazioni delle terre) […] È una sapienza che non è diversa solo per contenuto, ma anche per modo […] Il lavoro si impara guardando gli altri lavorare e lavorandoci insieme, magari «rubando» il mestiere; le canzoni si imparano ascoltando e cantando insieme […] Per questo, il sapere di Uccio Aloisi è soprattutto un’appartenenza, un’identità».
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