"Il libro del male" di James Oswald

Creato il 18 febbraio 2015 da Eliza @BiblioEliza
Buongiorno amici lettori!
Eccomi tornare con una recensione. Qualche settimana fa sono stata contattata perché il mio blog era stato scelto dalla Giunti per la lettura in anteprima del nuovo libro di James Oswald, Il libro del male, secondo romanzo della serie thriller con protagonista il detective Tony McLean. Io non ho letto il primo (Nel nome del male) però il secondo romanzo è abbastanza indipendente da poter essere letto da solo. Ringrazio ancora la Giunti per l'occasione!
Prima di partire con la recensione volevo dirvi due cose su James Oswald e i suoi libri. L'autore vive in una fattoria in Scozia dove fa l'allevatore. Per molto tempo la scrittura è stata per lui un passatempo finché non si è deciso ad autopubblicarsi. Il successo dei suoi ebook è stato così eclatante da attirare l'attenzione niente meno che della Pinguin. E, come si dice, il resto è storia! La serie dedicata al detective McLean è composta, al momento da 5 libri, 2 pubblicati in Italia:
  1. Nel nome del male
  2. Il libro del male
  3. The Hangman's song
  4. Dead Men's Bones
  5. Prayer for the Dead


Titolo: Il libro del male
Titolo originale: The book of souls
Serie: Inspector McLean #2
Autore: James Oswald
Editore: Giunti
Collana: M
Pagine: 400
Ebook: € 
Cartaceo: € 12,90
Data di pubblicazione: 25 febbraio 2015
TRAMA
Dieci anni. Dieci donne. L'ultima è stata Kirsty, la fidanzata dell'ispettore Tony McLean. Finché Donald Anderson, il killer di Edimburgo, non ha commesso un grave errore consentendo a McLean di porre fine a quella catena di ferocia. Dodici anni dopo Anderson è morto, è stato ammazzato in cella, ma il tempo di assaporare la vendetta per McLean non è ancora arrivato. Con l'avvicinarsi del Natale, infatti, un altro corpo viene rinvenuto: una ragazza nuda, legata a un ponte, e sottoposta allo stesso brutale rituale di anni addietro. Un killer che emula le gesta di Anderson? O l'uomo messo in prigione era quello sbagliato? O forse "Il libro del male", un antico e oscuro manoscritto, sta guidando la mano di assassini diversi? McLean è costretto a riaprire il capitolo più doloroso di tutta la sua carriera e scoprire il tassello mancante prima che l'assassino colpisca ancora.

RECENSIONECon i thriller ho uno strano rapporto. Diffido sempre, hanno queste copertine oscure che mi attirano, ma alla fine tendo sempre a metterli da parte perché temo o che il mistero in realtà sia poca cosa o che comunque mi ricordi qualche telefilm o film. Però, quando mi capita di leggerli, di solito finisce sempre che mi piacciano. Mi è capitato per alcuni libri di Steve Berry, per Il richiamo del cuculo di Galbraith e mi è capitato anche con Il libro del male.
Vi dico fin da subito che, anche se non si è letto il primo libro della serie, la lettura si segue benissimo grazie ad alcuni piccoli accenni sparsi qua e là, che danno l'idea di quello che è successo senza spoilerare troppo.
Della storia mi è piaciuto molto l'dea di seguire più fili narrativi: ci sono gli omicidi che ricalcano quelli dell'assassino di Natale, ci sono gli incendi, c'è l'operazione antidroga e c'è la vita privata dell'ispettore McLean. Il tutto è veramente ben dosato: l'autore ci da di volta in volta piccoli elementi che mandano avanti ora uno ora l'altro filo mantenendo comunque il mistero e la suspense fino all'ultima pagina (letteralmente).
Un'altro aspetto molto interessante è la struttura del romanzo. I capitoli sono molto brevi, cosa che riesce a  dare al racconto un ritmo serrato e incalzante e fa incuriosire ancora di più il lettore. Ma non solo; troviamo sparsi qua e là dei capitoli di una o due pagine che rappresentano come delle piccole finestre su quello che è successo durante il processo ad Anderson o su quello che succede ad una delle vittime. Sono dei piccoli flash che in realtà non servono a spiegare qualcosa, ma a mettere la pulce nell'orecchio al lettore, a fargli cercare un piccolo indizio, a spingerlo a ragionare sugli eventi.
Una cosa molto interessante è che, anche se lo possiamo definire indubbiamente un thriller, in realtà nel romanzo si insinua anche un po' di paranormal. Non vi dirò molto, ma sappiate che c'è anche questo aspetto, anche se è toccato in maniera molto superficiale.
L'unico appunto che mi sento di fare riguarda tutta la parte della storia relativa agli incendi: sono collegati, non sono collegati con gli altri delitti, non si capisce a pieno. Si, c'è un punto di arrivo anche di questa parte della storia, ma rimane un po' buttata lì, tra il detto e l'intuito.
Il protagonista, Tony McLean, mi è piaciuto moltissimo. E' un detective di vecchio stampo, poco incline alle scartoffie, di quelli che prima di tutto seguono il proprio istinto e poi le regole. Sa essere un po' rude ma anche comprensivo. In questo secondo libro scopriamo molto di questo personaggio. Quello che gli è successo 10 anni prima è un peso che continua a portarsi dietro e per questo non vuole costruire nuovi legami. E nel momento in cui ciò accade effettivamente il passato torna a bussare alla sua porta. McLean è uno di quei personaggi a cui per forza ti affezioni proprio per questo suo voler andare fuori dagli schemi e perché, nonostante abbia sempre un po' l'aria del cane bastonato, alla fine porta a casa il risultato grazie proprio all'esperienza e all'intuito.
In conclusione, mi è piaciuto molto. E' una bella lettura, con un buon ritmo e soprattutto scritta molto bene. Se vi piace il mistero e il thriller, fa per voi. Sicuramente voglio recuperare anche il primo libro (che ho già visto!) e spero che la Giunti continui la serie!
Voto
Alla prossima
Eliza

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