Il libro di Zǒng Báichī XI

Creato il 01 febbraio 2012 da Marvigar4

   L’uomo il cui sorriso si era spento aveva deciso di uccidersi con la nuova luna. A niente valsero le invocazioni della moglie, dei figli, degli amici. Un’ombra di cupa e indissolubile tristezza lo aveva invaso da una settimana, dopo che il raccolto era andato male a causa del brutto tempo. Fu un susseguirsi di emozioni meste, di sconforti, di amare riflessioni a gettare nell’apatia e nel più totale avvilimento questa persona un tempo nota nel suo paese per il piglio energico, per la vitalità. La moglie, disperata, ricordò di aver incontrato nelle vicinanze Zǒng Báichī mentre stava meditando e di averlo subito considerato un saggio. Tornò nel luogo del primo incontro e fortunatamente lo incontrò di nuovo. Spiegò l’accaduto e implorò l’eremita vestito di bianco con la pipa di gesso di fare qualcosa per salvare il marito. Zǒng Báichī tranquillizzò la donna e con lei si mise in cammino per compiere questa missione. L’uomo il cui sorriso si era spento stava al buio nella sua stanza da letto e non si mosse vedendo entrare l’ospite.

   «Salute a te, nobile Nóngmín!»

   «Salute… chi sei?»

   «Tua moglie è venuta da me per chiedere di convincerti a rinunciare al tuo proposito.»

   «Non vedo come tu possa farlo… dopo anni di duro lavoro, la scure della miseria è piombata sul collo mio e della mia famiglia, non posso rispettare gli impegni con i miei creditori e tutto mi è avverso…»

   «I creditori sono solo uomini…»

   «Già, solo uomini… è per questo che considero migliori gli animali!»

   «Allora gli animali sono migliori di te, che sei un uomo. La piccola Yúnquè non abbandona mai il suo nido, qualunque tempo faccia, qualunque avversità si presenti. E il possente Xióng è disposto a prendersi le frecce dell’arciere pur di salvare la prole. Ma tu vuoi andartene e lasciare la famiglia nella costernazione e alla mercé dei tuoi creditori. Non contento di te stesso, intendi immolare tutti i tuoi cari, renderli schiavi, disprezzare le loro vite. Sì, hai ragione, gli animali sono migliori di te, che sei un uomo. Per questo non ho più niente da fare qui. Ti lascio ai tuoi foschi e indecenti pensieri. Provo pietà per tua moglie, per i tuoi figli… per te non mi va di provare niente.»

   L’uomo il cui sorriso si era spento vide Zǒng Báichī uscire dalla sua stanza, udì la moglie singhiozzare, la voce sconsolata dei figli, e provò un senso di vergogna immenso. Si alzò dal letto e giurò a tutti che non avrebbe mai più pensato di togliersi la vita.

© Marco Vignolo Gargini



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