Il libro di Zǒng Báichī XXX

Creato il 12 marzo 2013 da Marvigar4

   I tre monaci di Danfeng ricevettero la visita di Zǒng Báichī e del suo compagno di viaggio Yìxiàng Sǐwáng, ben lieti di rivedere un vecchio amico e incontrare un nuovo discepolo.

   Dopo esser stato introdotto da Zǒng Báichī, Yìxiàng Sǐwáng si accorse che il primo monaco, Guāng, era cieco, il secondo, Gēchàng, muto e il terzo, Jīhé yuán, sordo. Di fronte all’imbarazzo evidente dell’ospite, i tre monaci, di comune intesa, lasciarono a Zǒng Báichī il compito di raccontare.

   «Ho avuto la fortuna d’incontrare queste tre meravigliose persone il primo anno del mio pellegrinaggio. Ho soggiornato un mese presso la loro residenza e lì ho ricevuto molti insegnamenti, soprattutto in un’occasione, quando sono stato salvato da un pericolo mortale. Una sera, stavo riposando saporitamente, ma all’improvviso fui svegliato e mi ritrovai circondato da molta gente con secchi d’acqua che stava domando un incendio sviluppatosi nella casa. Io non mi ero accorto di nulla, i miei sensi dormivano con me, ma i tre monaci, insieme, colsero subito l’entità della minaccia. Guāng, con il suo olfatto superiore, aveva annusato l’odore della paglia bruciacchiata in fondo alla stanza e avvertito Gēchàng, che vide il principio d’incendio e fece segno con un gesto delle mani a Jīhé yuán di correre a chiedere aiuto. I paesani sopraggiunsero immediatamente portando con sé i secchi d’acqua e il trambusto del loro arrivo fu all’origine del mio risveglio. Tutto si risolse in pochi minuti, la combustione non aveva arrecato molti danni, soltanto qualche balla di paglia destinata alle stalle e un po’ di fumo. Però adesso io sono qui e posso raccontare questo episodio grazie a tre persone che hanno dimostrato di avere molto di più rispetto a me: avevo vista, parola e udito, eppure se fosse dipeso da me non solo sarei stato sicuramente soffocato e arso vivo nel sonno, ma avrei anche fatto morire gli altri… Devo molto di più della vita a questi miei fratelli, loro mi hanno insegnato quanto i miei sensi intatti siano inservibili nei momenti decisivi.»

© Marco Vignolo Gargini



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