Un codice misterioso nascosto tra i versi della Commedia di Dante Alighieri, un enigma celato da secoli che coinvolge alcune delle personalità politiche del tempo e una morte, quella del poeta toscano, dai risvolti oscuri.
Dante è stato davvero stroncato dalla malaria o qualcuno desiderava la sua morte? In questo secondo caso, per quale motivo? Quale terribile segreto il poeta ha sapientemente occultato tra i versi della sua straordinaria opera letteraria?
Mi verrebbe quasi da scrivere “Dante come non lo avete mai visto”, e qui mi rivolgo a quanti, come me, si sono spaccati la testa al liceo per capire gli oscuri passaggi letterari del poeta tra uno svenimento e un altro, ma in realtà questo libro è molto più di un semplice thriller storico ma anche molto meno (assurdo) di una puntata di Voyager.
Francesco Fioretti, siciliano di nascita e toscano d’adozione, ha collaborato per anni con l’editoria scolastica scrivendo saggi e commenti alla Commedia di Dante (per questo il nome non mi era nuovo quando scorsi il libro sullo scaffale della libreria) e attualmente ha intrapreso un percorso di approfondimento sul lavoro dantesco che, come i quadri di Caravaggio e di Leonardo Da Vinci, nasconde molti più particolari “succulenti” di un qualsiasi libraccio scritto da un qualunque Dan Brown. Con tutto il rispetto possibile per un romanzo, Il Codice Da Vinci, eccezionale nella sua formazione ma inconcepibile nella sua aderenza storica.
Ne Il libro segreto di Dante ci troviamo in un’Italia in balia dei potentati e orfana del suo primo e più rappresentativo poeta, ostracizzato un pò da tutti per motivi politici, professionali e per gelosia: insomma c’è mezzo stivale che lo vuole morto o quantomeno in disgrazia. Per questo le indagini dell’amico Giovanni da Lucca sulla morte del sommo poeta sono depistate da tanti, troppi, moventi e a queste perplessità si aggiunge il mistero dei nove novenari, ossia dei versi segreti, contenuti nella Commedia, che stanno alla base dell’enigma dantesco.
Giovanni si trova davanti anche un altro problema: mancano gli ultimi 13 canti del Paradiso, quindi la Commedia non è completa e il misterioso codice non può essere dipanato tanto facilmente, d’altra parte, e qui torniamo nel mondo della realtà, chiunque abbia letto con un po di trasporto l’opera di Dante si sarà accorto di quanti giri di parole (si dovrebbero chiamare perifrasi se non sbaglio), di quanti similitudini e di quanti messaggi subliminali, ora incensanti ora invettivi, si sia servito il toscano per dipingere circostanze e personaggi narrati nelle tre cantiche.
A Giovanni si aggiungeranno l’ex templare Bernard, ancora ossessionato dagli anni sanguinosi passati in Outremer, e suor Beatrice, già Antonia Alighieri, unica figlia femmina del poeta. I tre si troveranno di fronte un immenso lavoro da fare: trovare un messaggio occultato all’interno di un opera criptica e difficile da comprendere, un messaggio che Dante non doveva assolutamente tramandare, ma perchè?
Chi è il cinquecento diece e cinque che «anciderà la fuia con quel gigante
che con lei (la Chiesa) delinque? Qual è il vero significato della profezia del veltro?
Se vi piacciono i romanzi e i thriller storici Il libro segreto di Dante è quello che fa per voi, ma devo avvisarvi che non ci troviamo di fronte ad una storia piena di enigmi semplicistici risolti da un grande studioso (e qui torniamo a Dan Brown) ma piuttosto ad un vera e propria rilettura della Divina Commedia in chiave storica in cui le interpretazioni ella parole di Dante si moltiplicano come i loro significati e in cui la soluzione dell’enigma finale sarà raggiunta grazie ad uno sforzo cognitivo e intellettuale non indifferente. E il bello è che a questo sforzo dovrà partecipare anche il lettore.