- Pronto, sì? - la mamma.
- Sì, buonasera, parlo con la signora Pampaloni, la mamma di Marco? - il Bordoni.
Non lo ʃentivo il Bordoni, non che ho mai avuto dei ʃuperpoteri, ma potevo immaginarle le ʃue parole.
(Parlo con la mamma dello sciroccato?)
- Sì, sono io, sono la mamma di Marco. È successo qualcosa?
E già qui mia mamma mi guarda ʃtorto, abbaʃʃa il ʃopracciglio deʃtro e allarga le narici, interrogativa e quaʃi incaʒʒata.
- Non, si preoccupi, le volevo solo dire una cosa di oggi pomeriggio...
(Lo sciroccato era qui oggi pomeriggio)
- Oggi pomeriggio? Marco ne ha combinata qualcuna?
- No, no, però oggi pomeriggio a un certo punto mi chiama la Marusca dalla vigna, è una ragazza che lavora qui...
(Sa quel deficiente di suo figlio s'è fracassato per bene cadendo da cavallo... a un certo punto mi ha chiamato la Marusca)
- Ah sì, quella ragazza che c'è da voi, quella polacca se non sbaglio. La ringrazi da parte mia perché quando Marco veniva lì con l'associazione lei l'ha tanto aiutato e il mio Marchino s'era quasi innamorato di lei. E di quella cavalla, la Chiquita...
Dagli inferi profondi del divano, in un lampo di commiʃeraʒione e rabbia, sbuffo fuori qualche parola.
- Conchita, mamma, Conchita... non è una banana.
- Ah, sì, Conchita mi dice Marco, mi scusi sa ma non sono mica brava coi cavalli, hanno tutti questi nomi strani, un po'... un po' da... cavalli. Una volta ci portò a far vedere anche una foto Marco, è una bella cavalla, complimenti, peccato che Marco è un po' così e non la può montare...
- Così come?
(Così sciroccato?)
- Così… – mamma butta un occhio sull’intreccio divano-inferi-me – così, insomma l'avrà visto anche lei. E' delicato, non può fare le cose degli altri ragazzi... quindi cos'ha combinato?
(Gliel'ho detto, ha battuto una botta clamorosa. S'è distratto e il piede, quello un po' zoppino, gli è uscito dalla staffa e poi chissà dove gli è rimasto impigliato, in un tralcio, in una vite, in un fil di ferro)
- Niente, mi chiama la Marusca dalla vigna: “signor Bordoni, venga”. E io vado giù, alla vigna insomma...
- E allora?
(Fatto sta che è andato in terra ed è svenuto. Signora, che diamine, ci deve stare attenta, non lo mandi fuori da solo, è anche così mingherlino, magari non aveva su nemmeno la maglia di lana...)
- Allora, la Marusca mi dice che dal prossimo mese va in Polonia dai suoi figlioli, che due soldi da parte li ha messi e che è anche l'ora di tornare a casa.
La mamma è ʃconcertata, lo vedo e lo ʃo. È matematico... mi guarda la camicia aperta e cerca di capire ʃe ho la maglia della ʃalute ʃotto. Tira giù anche l'altro ʃopracciglio.
- E Marco? - fa mia madre.
(Marco, lo sciroccato ritardato zoppo testa d'uovo, lo deve tenere a casa con la porta sprangata da tre mandate e con le sbarre alle finestre, signora, dovrebbe averlo capito... lei rischia una bella denuncia per omissione di controllo su figlio svitato)
- Marco, niente, c’è che avevo una mezza idea che potesse venire lui a darmi una mano con i cavalli dal prossimo mese. Ne abbiamo tre, sa? Sono impegnativi, sono da tenere puliti, sono da curare e i ragazzi della Senza Distanza ormai sono anni che non si vedono più. Ci darebbe proprio una bella mano.
- Ma chi, Marchino mio?
(Sì lo sciroccato, Madonna che botta che ha battuto!)
- Certo, è bravo, non ci farebbe rimpiangere la Marusca.
- Oh.
(Anzi, la sa una cosa? Gli metta una paio di pigiami di flanella, gli accenda la coperta, lo butti a letto e gli dica di non farsi più vedere da queste parti.)
- Anzi, la sa una cosa? Gli dica che venga su domani, che così comincia a impratichirsi...
- Va bene, grazie signor Bordoni, glielo dico.
Ecco, ʃi ʃalutano, riattaccano. La mamma viene verʃo di me, ha il broncino e gli occhi gonfi. ʃe mi va bene, mi dà due ʃchiaffi, penʃo, ma ʃe mi va male è facile che, ʃe non c'è più, rifonda l'Aʃʃociaʒione ʃenʒa Diʃtanʒa e mi ci manda a ʃvernare.
- Amore - mi fa, abbracciandomi e sollevandomi dall’inferno come farebbe un volo di angeli.
- Uh?
- Il signor Bordoni dice che ti vuole da lui a fare lo stalliere, sei contento?
- Uh, eh? Ah, ʃì, eh beh. Certo che ʃono contento, mamma!
- Bravo Marchino, bravo, lo sapevo che ti faceva bene stare con quella Chiquita, Pepita, come si chiama, la cavallina insomma.
- Già, mamma, ʃì, ma non mi frignare ʃulla camicia.
Dormire poco o nulla, la mattina preʃto mi fiondo alla fattoria e vado a caccia del vecchio Bordoni. Lo becco che ʃta dando di forcone tra balle e fieno nella ʃtalla, è di ʃpalle, ma di certo ʃa che ʃono lì, proprio dietro di lui.
Per un tempo effettivo di meʒʒo minuto, percepito da me di meʒʒo ʃecolo, me ne reʃto ʒitto in atteʃa che ʃi volti o ʃpifferi qualcoʃa lui. Ma poi parto.
- Ecco, io la volevo ringraʒiare, ʃignor Bordoni, per tutto. Per il lavoro qui, ʃe è vero. E ʃoprattutto per non aver detto nulla a mia mamma della caduta.
- Che caduta?
Qui ʃi volta e gli ʃcappa da ridere, prima piano, in ʃilenʒio, poi invece ride forte, ʃi piega in due, ʃuʃʃulta quaʃi, manco ʃe gli avevo raccontato la barʒelletta del cavallo in treno.
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Il Liʃca - capitolo 1
Il Liʃca - capitolo 2
Il Liʃca - capitolo 3