Il limite superato dal New York Post

Creato il 05 dicembre 2012 da Db @dariobonacina

Questa è la copertina del New York Post di ieri, con la foto di un uomo che tenta di salvarsi dopo essere stato spinto sui binari della metropolitana. Tutto è accaduto nell’arco di pochissimi secondi e per l’uomo non c’è stato scampo, come si intuisce dal titolo che dice “Spinto sui binari della metropolitana, quest’uomo sta per morire – SPACCIATO”. Unanime lo sdegno manifestato dai lettori per l’autore dello scatto, accusato di aver preferito immortalare questo istante anziché tentare di salvare la vittima. Il fotografo, illustrando l’accaduto, spiega di aver scattato le foto al treno in arrivo  dopo aver sentito delle urla, da una posizione troppo distante per intervenire e senza avere la percezione di ciò che stava realmente accadendo: ”L’aspetto triste è che c’erano altre persone vicino alla vittima, che hanno visto e non hanno fatto nulla, le potete vedere nelle fotografie” ha aggiunto il fotografo.

Metto da parte il fotografo e le sue giustificazioni, che non giudico (è vero, la foto ha buona inquadratura e messa a fuoco, ma l’autore è un professionista). Faccio un passo oltre e, umanamente parlando, trovo molto triste il pensiero che un direttore – o un editore – scelga di mettere quella foto in copertina. Non ci vedo alcun diritto di cronaca, solo l’intenzione di calamitare l’attenzione del maggior numero di lettori possibile, che significa vendere più copie del giornale. Un comportamento che fa scuola, induce a fare altrettanto, facendo sprofondare a livelli di sciacallaggio un mestiere molto più nobile.


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