Quando insegno l'italiano cerco sempre di far divertire gli studenti. La grammatica li uccide, e in effetti, anche usando tutti i più moderni metodi d'insegnamento, bisogna ammettere che la grammatica rimane sempre un argomento ostico. Quella italiana in particolare.
E allora comincio con i gesti. Banale, direte voi. Certo, però loro nel frattempo si divertono e io mi rendo conto che non è sempre facile spiegare a parole un linguaggio così complesso. L'italiano è ricco sia di gesti mimici(quelli che vengono compiuti per accompagnare un termine o una frase durante una conversazione: per esempio il gesto di mostrare o indicare il polso quando si chiede l’ora) sia di gesti simbolici (quelli che sostituiscono la parola o ne alterano il significato: si pensi al gesto delle corna mentre si parla della fedeltà di un uomo o di una donna).
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A quanto mi è sembrato di notare, il vocabolario dei gesti degli americani, che naturalmente è molto più limitato del nostro, comprende in maggioranza gesti mimici, e così i gesti simbolici li divertono particolarmente.I gesti volgari cerco di evitarli, ovviamente, anche se a volte mi lascio andare a mostrare quello dell'ombrello, perché insomma, d'altronde lo faceva anche Sordi.
Un gesto difficile da padroneggiare, insomma, ed è per questo che ho provato una certa soddisfazione quando una mia studentessa mi ha racontato di averlo usato in un ristorante italiano con servizio pessimo, accogliendo così, con perfetta padronanza filologica, il cameriere che finalmente si era degnato di servirla.