Dopo il linguaggio giuridico, il linguaggio finanziario, quello scientifico, medico e religioso, abbiamo anche un linguaggio escrementizio.
Ma che sarà mai codesto linguaggio?
Si tratterà di certo di un linguaggio indigesto e volgare.
Di un linguaggio promosso da una persona malata.
Da un individuo malvagio. Che non solo ha indotto degli innocenti a commettere un reato, ma ha anche mescolato la loro innocenza alla merda.
Ho detto merda.
Mica ho detto sodomia. Prostituzione. Maltrattamenti. Furto. Corruzione.
Si tratta semplicemente di merda.
E, anzi, di un linguaggio di merda.
Manco fosse una novità.
Come se di linguaggi di merda non ne avessimo già sentiti.
Ma anche di singole parole di merda.
Per non parlare delle facce.
Di quelle, di facce di merda, ce n’è sempre in abbondanza.
E allora di che cosa ci scandalizziamo?
Beh, forse è stata un’idea di cattivo gusto. Ma in una giornata come questa, in cui si festeggia la nostra Repubblica, mi sembra anche una buona idea.
E poi il brano è gradevole, si fa ascoltare bene.
E la semplicità di un verso come “Fai la cacca in una mano e poi datti una sberla” è impagabile.
Ma una spiegazione a tutto questo livore potrebbe anche esserci.
Ché chi si scandalizza certe cose non le accetta e ha bisogno di spiegazioni.
E la spiegazione potrebbe essere che forse quelli non sono bambini veri.
Ma, se davvero fossero reali, allora non potrebbero essere altro che i più acidi, viscidi e cattivi bambini del mondo.
Ché i buoni sono venuti via come il pane. Ora che ci sono i comunisti.