Il Lirico di Cagliari

Creato il 22 ottobre 2012 da Albix

Sono un melomane di lunga data e seguo le opere prodotte dal Teatro Lirico quando ancora si chiamava Istituzione dei Concerti  G.P. da Palestrina, prima ancora che assumesse la veste giuridica di Fondazione voluta per legge. Cagliari ha una lunga tradizione in materia di Teatro d’Opera. Non a caso la città è sede di una delle 14 Fondazioni italiane più prestigiose che  hanno accesso al FUS e che contribuiscono a tenere vivo il patrimonio dell’Opera italiana che tutto il mondo ci invidia con ammirazione.

Recentemente assisto sgomento e preoccupato alla nuova mobilitazione delle maestranze del Lirico in difesa della sopravvivenza del Teatro e quindi  del loro posto di lavoro. In rete sono incappato in un discorso del Sindaco di Cagliari che, salutando il leader del  suo movimento politico Nichi Vendola, in visita nel nostro capoluogo sardo, dal pulpito intratteneva il suo illustre ospite parlando della diatriba che lo vede opposto alle maestranze del Lirico. In difesa della sovrintente in pectore Marcella Crivellenti, il Sindaco, dopo un accorato discorso sui lavoratori dell’Alcoa (che di lì a poco avrebbero comunque fischiato il suo leader, stanchi come sono di questi balletti politici attorno al loro stabilimento, Massimo Zedda conclude citando la Costituzione. ” Quando si svolge un ruolo pubblico, nell’ambito delle istituzioni pubbliche, utilizzando soldi pubblici “ conclude il primo cittadino cagliaritano ” occorrono serietà, stile, dignità e onore“. Mi ha colpito questa citazione così generica e approssimativa da parte di un rappresentante di un’istituzione così importante, soprattutto per il fatto che la sua difesa di una nomina evidentemente non azzeccata (niente da ridire sulla ottima persona Marcella Crivellenti,  ma molto da ridire sul suo curriculum, chiaramente inadeguato al ruolo e sul metodo seguito dal sindaco, prima, durante e dopo, se si pensa alla contrarietà della nomina in seno allo stesso CdA da lui presieduto),  fa a pugni proprio con lo spirito e con la lettera della nostra amata Costituzione Repubblicana. Fermo restando infatti  il chiaro contenuto dell’art. 54 della Costituzione che,  richiamando il dovere di disciplina e onore cui devono attenersi i cittadini cui siano affidate funzioni pubbliche, forse ha ispirato la traballante citazione   del sindaco, a me, ascoltandolo, veniva in mente l’art. 97 della Carta Costituzionale, con quel suo perentorio richiamo al “alla legalità, al buon andamento e alla imparzialità” della pubblica amministrazione.  Mi è venuta così la curiosità di ricostruire la vicenda nei diversi passaggi.

Tutto è cominciato con la nomina da parte del Sindaco di Cagliari, Presidente di diritto della Fondazione, del nuovo Sovrintendente. Come è noto a tutti il Sovrintendente è una figura chiave nella gestione di una Fondazione Lirica: in pratica è colui che è responsabile del bilancio e della programmazione, provvedendo a scegliere, con l’ausilio del Direttore artistico, i diversi cast e le diverse produzioni che riempiano i cartelloni delle singole Stagioni operistiche. La carica, diciamolo fuori dai denti, è essenzialmente politica. Niente di male se la scelta politica coincidesse con la scelta di una figura carismatica che assommi in sé la competenza artistica e le capacità gestionali. Purtroppo negli ultimi lustri le scelte dei nostri politici sono state alquanto infelici, se è vero come è vero, che la Fondazione ha accumulato debiti per 25 milioni di Euro (in parte risanati con una cura dimagrante imposta dalla   nuova gestione nell’ultimo anno). Insomma il Teatro ha rischiato di chiudere. E’ comprensibile quindi l’ansia con cui i circa 300 dipendenti dalla maggiore fabbrica culturale della Sardegna attendevano la nomina del nuovo sovrintendente. Ci si attendeva una nomina professionale all’altezza dell’arduo compito di completare l’opera di risanamento del Teatro senza rinunciare all’imprescindibile livello qualitativo che la tradizione e il blasone impongono alla Fondazione isolana.

Con la sua nomina, signor Sindaco, lei ha incrinato proprio il buon andamento e l’imparzialità della pubblica amministrazione alla quale si appellava nel suo accorato discorso, violando perfino i limiti della legalità (che avrebbe imposto una scelta meno personale e più professionale, ispirata casomai al canone del Pubblico Concorso, dato che lei ama citare la Costituzione). Invece apprendo dalla Nuova Sardegna dell’11 ottobre appena scorso che, in risposta al consigliere PdL Farris, lei risponde in Consiglio Comunale che la Crivellenti è una nomina personale e non politica. E sempre dalla Nuova Sardegna (in data 17 ottobre c.a.) apprendo che la sig.ra Crivellenti da lei prescelta non è laureata, non ha le esperienze previste dallo Statuto della Fondazione e non ha neppure preso parte alla manifestazione di interesse. Insomma tutto il contrario di quanto avrebbe dovuto fare se davvero avesse voluto seguire lo spirito  della nostra Costituzione in materia di gestione pubblica. (E’ lei che cita l’aggettivo pubblico per ben tre volte, signor Sindaco, nel suo finale del discorso di benvenuto a Nichi Vendola del 21 ottobre; io seguo soltanto la sua linea di qualificazione).

In conclusione, signor Sindaco, lasci da parte il suo orgoglio; tutti possiamo sbagliare e lei sicuramente ha già sbagliato molto in questa vicenda. Siamo tutti con gli operai dell’Alcoa; ma siamo ancora con i dipendenti della Fondazione Teatro Lirico che difendono il loro posto di lavoro con dignità, con serietà, con stile e con onore. Io sono certo che lei sia una persona intelligente (non so perchè ma lo penso davvero). Ricominci da zero: consideri la buona fede dei lavoratori che vogliono soltanto un Sovrintendente capace e titolato; lo scelga lei; la scelta è doverosamente sua; vedrà che troverà appoggio in Consiglio di Amminitrazione, nei sindacati e nelle maestranze. Io, come cittadino, glielo chiedo per il bene di questa istituzione che tanto lustro ha portato e porterà ancora alla nostra città e alla nostra isola. Non mortifichi le aspettative di noi cittadini in una città migliore e in una società più pulita e trasparenze dove le cariche politiche da noi elette possano dimostrare, in maniera oggettiva, di operare le scelte,  che ad esse competono per legge, nella piena legalità, in maniera imparziale e per assicurare il buon funzionamento della Cosa Pubblica.


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