In Belgio, lo scheletro di un edificio in disuso ha attirato l’attenzione di un appassionato di architettura che ha acquistato lo spazio per farne la propria abitazione. Il progetto di riconversione è stato condotto nel 2002 dall’architetto Bruno Erpicum dello studio belga AABE, che ha recuperato le parti migliori dell’antica struttura. Oltre alle particolari travi in metallo nero, una lunga parete in mattoni rossi, completamente ristrutturata, è diventata lo sfondo ideale per il living e per la cucina, entrambi arredati con uno stile contemporaneo.
Il muro originale non si ferma al perimetro dell’abitazione ma si allunga verso l’esterno fino a delimitare parte del giardino. La non coincidenza delle pareti con la distinzione tra dentro e fuori dona una maggiore autenticità al progetto: grazie a questo espediente è evidente l’intenzione dell’architetto e del proprietario di mantenere vivo il legame con il passato dell’edificio.
Il living si estende a tutt’altezza mentre l’angolo studio è ricavato su un soppalco, a diretto contatto con le travi. Le camere da letto sono ricavate in un’area ristretta e più intima: una serie di “scatole”, sul modello dei container, disposte in successione, si aprono su un lato verso il cortile. Il soffitto, volutamente mantenuto più basso, si ferma poco prima della travatura. Materiali grezzi sono mostrati con orgoglio, mentre è stata completamente rifatta la pavimentazione che riflette i raggi di luce.