Titolo: Il lungo inverno di Spitak
Autore: Mario Massimo Simonelli
Editore: Elmi's World
Anno: 2013
7 dicembre 1988: in Armenia, sotto il regime in disfacimento dell'Unione Sovietica, un terremoto di inaudita potenza distrugge interi villaggi e tra essi rade al suolo Spitak.
Dall'Italia parte l'allor giovane Mario Massimo, architetto, di professione Disaster Manager, per gestire l'unità di crisi e realizzare un villaggio Italia allo scopo di aiutare la popolazione così duramente colpita.
Scritto circa venti anni dopo la missione che tenne Simonelli, il diario non manca di qualche interessante aneddoto e di qualche flashback che riporta la memoria dell'autore a un violento straripamento del fiume Tevere a Roma, occorso quando nel 1965 aveva appena nove anni.
Simonelli rendiconta con precisione quanto accadde nel corso della sua permanenza in Armenia: le amicizie stabilite con gli italiani giunti sul posto ad aiutare ma anche con la popolazione locale.
Curioso e commovente l'incontro con Giovanni Marr, discendente di un nostro connazionale che, grazie a Simonelli, potrà trasferirsi con la sua famiglia nella terra d'origine; poi ci sono gli aiuti dati dagli italiani a due bambine affette da una rara malattia, la storia d'amore tra un delegato italiano e una giovane armena e infine l'incontro con Madre Teresa di Calcutta.
Non mancano i disagi (una brutta influenza si trasforma in polmonite a causa di cure quasi inesistenti) e i momenti drammatici (il conflitto Azero-giorgiano) o toccanti (la celebrazione frugale del Natale cattolico e quella più intensa di quello Armeno pochi giorni dopo).
L'epilogo scritto a venti anni da quei fatti, come in un romanzo ottocentesco, aggiorna su quanto accaduto ai protagonisti della vicenda e quanto a quei mesi sconvolgenti essi devono dei cambiamenti spirituali.
Interessante documento storico scritto con scorrevolezza e con uno stile narrativo degno di un romanzo, per riscoprire una pagina di cronaca ormai ingiallita.