E invece non voglio stupire nessuno e, volando basso, dico che il teatro è magia, se a questa parola può associarsi tutto ciò che è incanto e fascino. Non è un caso dunque che l'arte teatrale venga praticata da millenni, se la maschera, e con essa la simulazione, il travestimento, affascina l'uomo da sempre.
Non nasce teatro laddove la vita è piena, dove si è soddisfatti. Il teatro nasce dove ci sono delle ferite, dove ci sono dei vuoti... E' lì che qualcuno ha bisogno di stare ad ascoltare qualcosa che qualcun altro ha da dire a lui. (Jacques Copeau)
Il mondo del teatro è variegato, multiforme, cangiante. Accanto ad un teatro di maniera, di classe, esiste la sperimentazione, il meta-teatro, ma anche, non dimentichiamolo, il teatro degli amatori.
Noi attori amatoriali non avremmo la presunzione di definirci artisti, se non pensassimo di fare comunque "arte" in palcoscenico, con tutti i limiti delle nostre presunte potenzialità e della difficoltà di una messa in scena. Questa presuppone costi che a volte sono insostenibili, ma è dal basso che si comincia, dal semplice, perchè il teatro amatoriale è anche, sempre e comunque, in fieri, un'attività in perenne costruzione, in crescita.
In questa costruzione si incrociano amicizie, quando è possibile definirle tali, emozioni, lacrime e sorrisi, adrenalina, desiderio di giocare un gioco intelligente, in cui domina il gesto, in cui la maschera regna sovrana. E cresce la voglia di fare, fare sempre di più, salire su diversi palcoscenici, "macchinare" perchè il gruppo si evolva e con esso la qualità.
Il teatro è magia, ma anche e soprattutto sogno. Il sogno di ritagliarci un angolo nel mondo nel quale tutto è possibile, smettendo i panni del consueto per indossare quelli di un luogo in cui il non-tempo detta le sue regole.