leggi questa da Keith Richards, Life (Feltrinelli):
«Te ne stavi là a suonare con gli amici, e d’un tratto ti dicevi: “Oh yeah!”. Quella sensazione valeva più di qualsiasi altra cosa. C’era un momento in cui ti rendevi conto di aver lasciato il pianeta, e nessuno ti poteva toccare. Ti sentivi inebriato perché attorno a te c’erano ragazzi che avevano la tua stessa passione. E quando la musica decollava, amico mio, ti sembrava di avere le ali. Allora sapevi di essere arrivato là dove molte persone non arriveranno mai; eri giunto in un luogo speciale. E da allora avresti sempre voluto farvi ritorno e atterrare di nuovo, anche se quando atterravi ti arrestavano. Ma volevi tornarci comunque. Era come librarsi nell’aria senza licenza di volo» (p. 99).