Lo scorso mercoledì Phnom Penh si è fermata: la salma del re padre, Norodom Sihanouk, sbarcava all’aeroporto cittadino, proveniente da Pechino, per essere trasportata nel Palazzo reale. Almeno centomila persone – tutte rigorosamente vestite con pantaloni o gonna scuri, e camicia bianca con coccarda nera – si erano assiepate ai lati della strada, in attesa del corteo funebre. Gruppi di ragazze appuntavano le coccarde nere a chi ne fosse sprovvisto, mentre si notavano lungo le vie adiacenti svariati baldacchini con la gigantografia del re listata a lutto, da cui provenivano litanie della tradizione religiosa buddista.
La salma del re padre sbarca a Phnom Penh
E in tutta la città – presso ogni abitazione o edificio commerciale – sventolavano bandiere a mezz’asta. Frattanto era già arrivato l’ordine governativo a bandire dalla televisione i programma di svago – e dai locali la musica a tutto volume – per un’intera settimana di lutto nazionale. Per ulteriori approfondimenti rimandiamo a un brano del reportage «Cambogia/ Arrivata a Phnom Penh salma dell’ex re Norodom Sihanouk», pubblicato sul settimanale economico “Il mondo”.
«Ad attenderlo una folla oceanica per rendergli omaggio. La salma dell’ex re della Cambogia, Norodom Sihanouk, morto a Pechino, è arrivata a Phnom Penh dove ad attenderla c’era una folla oceanica, intenzionata a omaggiare colui che ha fatto la storia del Paese negli ultimi settant’anni». (Continua).
(Francesco Giappichini)