Il magico potere del riordino della casella di posta

Da Hombre @LaLineadHombre
Bei tempi quando arrivavano tre mail al giorno.
Era quasi una gioia, mi ricordo. Le aspettavi, le leggevi, le studiavi.
Talune le mandavi pure a memoria.
Poi, come spesso accade, il fenomeno ci è sfuggito di mano e adesso è lì, privo di ogni seppur minimo controllo, pronto a esplodere in un big bang termonucleare globale capace di ammazzarci tutti.
O di riportarci all'età della pietra, il che, dal nostro punto di vista, sarebbe certo auspicabile.
In ufficio ormai la comunicazione avviene esclusivamente per email o per chattini. Pure il telefono fisso versa in uno stato di pseudo abbandono. Va così che le mail si accumulano paurosamente nella casella di posta in arrivo e nella casella di posta inviata. Ma non puoi tenercele per sempre, ci sono limiti di spazio.
Sicuramente ci saranno quelli bravi che manco le fanno posare già le hanno archiviate nella cartella deputata per argomento, ma se tanto tanto siete un po' cialtroni tipo me, vi troverete dopo qualche giorno con le caselle zeppe di mail la cui razionale archiviazione, anzi, il solo pensiero di questa, vi manda in ciampanelle.
Prima ci ho provato dedicandoci un'ora al venerdì.
Poi il pomeriggio del venerdì.
Poi tutto un venerdì.
Quindi ho cambiato sistema, mollando l'onerosissima archiviazione tematica e passando a un'archiviazione per mittente/destinatario, buona solo se siete in grado di ricordarvi chi vi ha mandato quella determinata mail. Non per me quindi.
Alla fine gliel'ho data su e la cosa mi fa stare - per adesso - talmente bene che ho sentito il bisogno di scriverlo qui: da qualche giorno archivio i miei documenti di posta elettronica solo cronologicamente, per anno e per mese, con buona pace di tutti quelli che non riuscirò mai più a ritrovare.
Del resto quando la tipa giappo, quella del riordino, mi ha indotto a buttare 18 maglioni in una sola volta, mica è venuta poi a chiedermi dove li avevo messi.