Riflessioni antroposofiche a cura di Tiziano Bellucci
L’esoterismo ci dice che nessun uomo è in sé cattivo: l’atto malvagio non appartiene alla natura umana.
Dentro ogni anima umana, albergano entità che vengono definite “forze dell’ostacolo” o anche “demoni”, le quali la stimolano a compiere azioni e pensieri disarmonici. Privo di corpo, nell’aldilà l’uomo è un puro Angelo; il problema comincia a sussistere solo nel momento in cui l’uomo s’incarna e viene ad abitare entro una corporeità, nella quale s’insidiano (nel momento della nascita) tali entità, le quali sono presenti in ogni uomo: esse costituiscono la coscienza egoica dell’uomo. Nessuno ne è esente.
“Voi avete per padre il demonio” dice Cristo “altrimenti fareste le opere del Padre mio.”
Ogni uomo è in misura minore o maggiore un “posseduto”, un medium di forze che possono promuovere in lui il male. L’uomo che compie il male non è da vedere quindi come un maligno potenziale, ma come un essere che viene diretto e manovrato a sua insaputa da entità estranee al suo essere, da forze inconsce. Un uomo che compie il male ha una coscienza morale abbassata; ha un Io debole, il quale non è capace di dominare queste entità maligne. Il gestire in modo equilibrato le forze che abitano la propria coscienza è il lavoro, e il compito dell’umano.
Si deve tenere anche presente che queste forze non sono soltanto “il male” di per sé: dipende dal modo in cui vengono usate. R. Steiner dice: “Non si deve emarginare il male, ma tentare di riportarlo nella sfera del bene. Il Male è solo un bene fuori posto.” “Le disgrazie, l’ingiustizia, le sventure, le guerre accadono nel mondo perché vengono usate in modo errato quelle che sarebbero le forze migliori”.
L’assassino, il suicida, ha un’Io molto povero, privo di forza volitiva, incapace di autodeterminarsi: tali individualità sono poveri “manichini” che vengono tenuti in piedi, guidate interamente dalle forze subconscie. I delinquenti sono da vedere con grande pietà, perché hanno da essere aiutati, rafforzati e risollevati: hanno bisogno di un sostegno che non sia un demone, ma un uomo. Questo non significa che il malintenzionato sia indenne da colpa e da punizione: deve venire posto in condizioni di poter lavorare su di sé e ripristinare forze che lo rendano padrone di sé stesso, e delle influenze del male.
“Ricordatevi” ci dice il Cristo “che siete uniti da un vincolo divino: provenendo tutti dallo stesso Padre, siete tutti fratelli”.
Secondo l’antroposofia, il male non esiste. Esiste solo il Bene. Il male è bene diminuito. Inoltre vi sono due entità o “agenti” che determinano il “crescere o il diminuire” del male e del bene. L’entità di Arhimane e di Lucifero: Il polo negativo e il polo positivo. Spesso sono entrambi intesi come una medesima “persona”. Si dice che Satana abbia preso tale nome quando decadde da Angelo a demone. Prima il suo nome era Lucifero. Questo ce lo racconta la chiesa cattolica.
Ma per l’antroposofia invece Lucifero è quella forza che tende ad alimentare al massimo la passione, il fanatismo ascetico, l’esaltazione, l’eroismo, lo spiritualismo mistico. E’ quindi una forza “positiva”: può produrre un “grandissimo bene”. Al punto che “troppo bene” può addirittura far male: un individuo che si staccasse dagli impegni della realtà fisica (come uno Yogi, un asceta) sarebbe “ispirato da Lucifero”.
Invece Arhimane è quella forza che porta al massimo del materialismo, a rinnegare lo spirito, a farci credere di poter realizzare l’immortalità entro il mondo fisico, in un corpo di carne, senza necessitare di nessun paradiso celeste, di nessuna divinità esterna.
Lucifero vuole donarci già ora una vita come angeli indipendenti, anarchici; Arhimane vuole farci Dei immortali sulla Terra. In mezzo a queste due forze vi è l’uomo. E’ l’essere che deve bilanciare le due azioni. Questo indica a noi, che nei loro appropriati e cosmici scopi, Lucifero ed Arimane possono lavorare utilmente per l’evoluzione umana; se compresi e avvicinati in modo errato, sono invece dannosi.
Nel gruppo ligneo scolpito da R. Steiner e presente entro il “Goetheanum” di Dornach si può vedere rappresentata l’immaginazione di Lucifero, Arhimane e l’uomo, divenuto modello cristico.
Le forze luciferiche contenute nel nostro sangue, quelle che producono in noi esaltazione e fanatismo, ci spingono ad attività febbrili, al limite dell’esasperazione fantastica. Le forze arimaniche entro le ossa ci portano invece al gelo, all’irrigidimento sclerotico, all’aridità e alla freddezza nei rapporti. Nel sangue vi è “super vita” euforica: nelle ossa vi è la morte.
Lo scopo di Lucifero è che l’uomo arrivi a rinnegare Dio e gli angeli, rendendolo un vero “ribelle” anarchico. Lo scopo di Arimane è imprigionare l’uomo in un’illusione di libertà materiale scientifica, per renderlo suo schiavo.
Le forze luciferiche
Si sono insidiate nell’uomo nell’epoca lemurica: sono quelle forze che lo mettono in grado di infiammarsi, di ardere d’entusiasmo per tutto ciò pensa, sente e vuole. Forze che lo rendono libero di pensare, sentire e volere in modo indipendente, mentre prima era guidato da pensieri e sentimenti divini. Cessando la “guida” dall’alto, l’uomo divenne soggetto al male: trovandosi coinvolto in brame e passioni. Tramite le sue opinioni, i suoi opportunismi sensuali cominciò “scegliere” per il proprio rendiconto, perdendo il senso oggettivo dell’esistenza cosmica e della sua vita.
Le forze arimaniche
L’insidiamento all’interno dell’uomo delle forze luciferiche, permise l’intervento dell’azione dall’esterno da parte delle entità arimaniche, nell’era atlantica. Lucifero agisce dall’interno dell’anima, facendo leva sul potere di identificazione dell’ego con le passioni e le brame. Arimane agì dall’esterno, inserendosi entro il contenuto percettivo esterno che entra nell’uomo e il rappresentare umano. Nelle religioni non appare quasi mai la dualità Lucifero Arimane: di fatto solo l’esoterismo conosce questo. Nel vangelo di Marco, vediamo però usare la parola “demonio” per indicare Lucifero, e “satana, diavolo” per indicare Arimane.
Lucifero: alterazione all’interno dell’uomo;
Arimane: alterazione del mondo esterno.
Le passioni e le brame vengono infuse all’uomo da Lucifero. Il modo in cui l’uomo divenne preda delle seduzioni di Lucifero, determinò una parte del suo karma. Se l’uomo non avesse ricevuto l’impulso luciferico, sarebbe rimasto come insensibile, neutrale di fronte alle impressioni esteriori. Tutto il mondo esteriore apparve di conseguenza molto diverso, molto più seducente di quanto sarebbe stato senza l’impulso luciferico. Lucifero diede all’uomo l’occasione di poter accorgersi dell’esistenza di un mondo interiore.
Questa constatazione diede adito ad un’altra potenza, Arimane, di infiltrarsi nelle percezioni esteriori umane. Questi, diede all’uomo la sensazione che contrapposto al suo mondo interiore esisteva anche un mondo esteriore. Arimane penetrò nella sfera rappresentativa umana, alterando i contenuti che dall’esterno giungevano all’interno dell’uomo. Nacque la “maya” o alterazione della realtà: illusione. Il problema dell’illusione della realtà esteriore non riguarda il mondo, ma l’uomo. Il mondo esterno esiste di per sé e di fatto, è collocato in una sua realtà autentica, ma assolutamente non nella forma in cui appare ordinariamente alla coscienza umana lucifero/arimanica.
L’influsso arimanico fu una conseguenza dell’influsso luciferico. Si può dire che Lucifero penetrò nel corpo astrale umano, Arimane nel suo corpo eterico. Ma la penetrazione nell’eterico, essendo quest’ultimo il veicolo in cui si estrinseca la percezione, causò l’alterazione del mondo esteriore. Quindi in questi termini, così come è possibile dire che Lucifero penetrò nel mondo interiore umano è anche possibile dire che Arimane penetrò nel mondo esteriore. Arimane si immischia nelle percezioni umane e penetra all’interno dell’uomo, dall’esterno.
In virtù di tali vicende l’uomo cominciò ad impigliarsi con le forme illusorie terrestri. Lucifero stimola dall’interno brame e passioni nel corpo astrale umano; Arimane inocula errori ed inganni nei confronti del mondo esteriore. L’essere umano è il perno della bilancia su cui si trova sul piatto di destra Arimane, su quello di sinistra Lucifero. E’ suo compito mantenere l’equilibrio fra i due.
Sino a che si concepisce nel mondo solo una dualità di “super bene luciferico” e di “super male arimanico” non si arriverà mai a nulla. Si deve trovare in sè la forza che riesce ad armonizzarli, ad equilibrarli, per utilizzare entrambi come propulsori spirituali per la propria evoluzione interiore.
E questa forza equilibrante si chiama “Io” o Cristo.