Spesso dell’uomo il dolor
si espande e mi tormenta.
Lo sento, in ferite aperte
e grumi di lacrime nascoste,
che gocciola invadente.
Penetra, dell’anima
scende nel profondo
devasta le foreste
solo lasciando sabbia fatiscente.
Accogliere vorrei
in concavo abbraccio
l’umanità affannata
da corvine radici abbarbicata
in morsa di tentacoli avvolgente.
Affiorano a ghermire il respiro
nella glaciale notte, voraci
al bozzolo di vita s’aggrappano
e stringono nefaste
mentre questa si schiude già morente.
Ma fuoriesce e si perde
d’inutili parole
la volontà mia protesa
vile manto dolente.
Reclin di gesso il capo inerte
in solcate voragini
di lacerate solitudini,
a seminar come ricamo
idea vagante,
seghettato pensiero e macerante.
Poesia pubblicata nell’Antologia di Poesie di AA.VV. dal titolo “L’arte in versi” 2012 – edito da Photocity Edizioni.