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Il Manuale del rivoluzionario - Gabriele D'Annunzio a cura di Emiliano Cannone

Creato il 19 febbraio 2014 da La Stamberga Dei Lettori

Nel Manuale del rivoluzionario sono raccolti insieme per la prima volta alcuni passaggi tratti dall'opera di Gabriele D'Annunzio, utili a intercettare la componente rivoluzionaria del suo pensiero politico, spesso trascurata quando non addirittura adombrata da un'immotivata e ingiustificata riduzione del vate di Pescara a 'Giovanni Battista del Fascismo'.
La natura eversiva, antiliberale e antiparlamentare, socialisteggiante e vagamente anarchica del pensiero politico dannunziano si va profilando all'interno dei vari capitoli, incentrati ognuno, a parte il primo e l'ultimo (dedicati rispettivamente a un aspetto importante della mitologia personale dell'autore e dell'uomo D'Annunzio), su uno degli elementi portanti del rivoluzionarismo novecentesco: critica al mondo borghese e al parlamentarismo dello stato liberale e conseguente necessità di instaurare un nuovo ordine, lotta ai totalitarismi e internazionalismo, sindacalismo e organizzazione di un esercito liberatore.
I passaggi pubblicati, ascrivibili per la maggior parte al periodo fiumano, sono tratti prevalentemente dalla produzione meno nota di D'Annunzio, soprattutto da quella che fa capo alla sua oratoria politica e alla sua pratica giornalistica. Non manca tuttavia, e non sarebbe potuta mancare, un'esigua ma signifiicativa presenza di citazioni di di versi, i quali, molto più della scrittura narrativa e teatrale, si prestano bene alla funzione di documentare (con accenti a volte anche perentori) in vario modo il credo politico dell'autore.
Recensione
D'Annunzio un comunista?
Certo una rivelazione del genere sarebbe stato un modo gradito probabilmente al vate per celebrare il 150simo anniversario della sua nascita, occorso nel 2013. Cosa meglio di un salto di cavallo per uno che, oltre ad avere corso la cavallina per tutta la vita, ai cambi di casacca doveva essere abituato, visto che eletto come parlamentare del collegio di Ortona per la destra nel 1897 poco dopo, per protesta contro il governo Pelloux, passava ai banchi della sinistra?
In realtà la posizione del Vate non è inquadrabile con le categorie esclusive di destra e sinistra, visto che per il suo vitalismo il personaggio aveva l'abitudine di adattare la realtà alle sue prospettive piuttosto che il contrario.
Sicchè la seconda parte della sua carriera, quella che lo vede pesantemente impegnato sulla scena politica, diventandone protagonista nel decennio che parte con la partecipazione italiana alla Grande Guerra e finisce con l'alba del ventennio fascista, è per il poeta-soldato di Pescara un susseguirsi di imprese ardite e colpi di scena, di successi e fallimenti, sempre e comunque in prima linea nell'interpretare il ruolo di alfiere della Patria e stendardo dell'italico onore.
E chissà quale reazione le tristissime e boccaccesche vicende di cronaca, che hanno accompagnato e in parte anche pubblicizzato la ricorrenza della sua nascita, avrebbero provocato a D'Annunzio...
Di sicuro il vate avrebbe stigmatizzato l'atteggiamento dei politici ingordi e truffaldini, così come nell'opera letteraria presentava personaggi, vedi il 'superuomo' Claudio Cantelmo da "Le vergini delle rocce", che fuggono dalle speculazioni edilizie e dai patrimoni ammassati con manovre finanziarie spericolate, e lo avrebbe interpretato come segno di debolezza di un sistema parlamentare che eguaglia gli uomini si, ma li livella verso il basso e li spinge alle piccine mediocrità del quotidiano, privandoli di orizzonti pindarici come quelli di uno spirito libero e, a modo suo, idealista come quello del poeta.
In effetti quello che colpisce davvero in modo forte di queste testimonianze, raccolte e introdotte criticamente da Emiliano Cannone, non è tanto e soltanto l'immagine di un D'Annunzio diversa dal poeta introduttore delle fanfare totalitariste e scioviniste del ventennio - e davvero vedere nei suoi discorsi appelli al sindacalismo e alla difesa del lavoro operaio fa un certo effetto -, quanto realizzare con triste meraviglia come tanti dei suoi attacchi diretti a governi di Giolitti, Nitti 'Cagoja' e Salandra, sarebbero e sono adattabili all'attualità di un secolo dopo!

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Il manuale del rivoluzionario
  • Autore: Gabriele D'Annunzio. a cura di Emiliano Cannone
  • Editore: Tre Editori
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: -
  • ISBN-13: 9788886755665
  • Pagine: 226
  • Formato - Prezzo: brossura - Euro 17,00

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