Il mare

Da Fiaba


Lunedì 25 Marzo 2013 11:36 Scritto da Sabatino Scia

Il Mare era di buon animo. Era calmo. Rideva. Giocava con la misteriosa luna tirandosi su e lasciandosi cadere giù. Il sole lo colorava di cento colori e delle fasce d’argento lo facevano prezioso; ed ora il mare voleva che tutti gli entrassero dentro... .che giocassero con lui. Ormai erano giorni che non era più arrabbiato. Accarezzava all’ancora le barche abbandonate. Voleva essere amato. Capito. Rispettato.

Voleva essere capito innanzitutto! Rispettato quand’era arrabbiato! Lo aveva sempre detto, raccomandandosi al buon senso. Quel giorno aveva pianto a lungo. Per un’ intera notte! e poi ancora altre notti.

-Nessuno vuol davvero capire che bisogna lasciare in pace e se serve anche dover assecondare chi in quel momento è davvero arrabbiato!-, bofonchiava, triste, alle stelle messe in cielo come lumicini.

Quel giorno il mare era furioso! I venti freddi del Nord lo tormentavano! Lui non aveva nessuna colpa. Proprio nessuna colpa. I venti freddi del Nord! Pianse. Pianse. Lo aveva fatto ben capire a tutti, con le sue onde alte e arricciate, che non voleva nessuno. Star solo. Era furioso. Smuoveva grossi massi spingendoli con forza sulla scogliera! Poi quei giovani. . .erano in cinque. Sì tuffarono dalla banchina del molo nelle onde alte e arricciate!, quasi lo fecero apposta a volerlo sfidare!

E quei giovani in un baleno sparirono nei flutti. Nessuno seppe più nulla di loro. Il mare li aveva tanto sfigurati.. .avrebbe voluto, se avesse potuto, solo accarezzarli ... avrebbe voluto, se avesse potuto, fermare la sua furia. . .poi le rocce taglienti erano lì! ancorate come spettri da più di cent’anni nella sabbia! Non restituì mai i corpi di quei giovani. Non volle. Si vergognò. Davvero. Li aveva tanto sfigurati.. .e così li nascose negli abissi. In un labirinto di grotte che serpeggiano misteriose nel mistero delle cose profonde.

Poi aveva pianto tutto il giorno e notti e notti.

Quel borgo di pescatori che, messo sulla rupe, lo guardava da mill’anni, ora era in pena.

Il Mare era di buon animo. La giocosa luna lo divertiva. Rideva. Lui era calmo. Ora voleva essere perdonato. Aveva pianto tutto il giorno e notti e notti. Lui, come tutti gli altri, cosa poteva mai fare: è un figlio della capricciosa Natura!